La mamma di Youssef: cosa atroce, anche chiedere perdono è banale...




Così Valeria Collina, madre dell'attentatore italo-marocchino del London Bridge



"Nell'ultimo anno quando sono andata in Inghilterra era più rigido, poi dal suo sguardo ho capito che c'era stata una radicalizzazione sui principi e sulla fede dell'Islam. E questo e' avvenuto in Inghilterra. Aveva uno sguardo piu' cupo". Lo ha detto Valeria Collina, la madre di Youssef Zaghba, l'italo-marocchino, attentatore morto a Londra durante l'attacco del 3 giugno, ricevendo nella sua casa di Fagnano, sulle colline bolognesi i giornalisti.

"Mio figlio me lo ha portato via l'ignoranza e la cattiva informazione. Il cattivo Islam e il terrorismo sono questo. Ignoranza e cattiva informazione". Parla nella sua casa di via Giusti, Valeria Kadija Collina. Lo fa perché ha bisogno di spiegare il suo dolore, e perché ora chiede un po' di silenzio attorno a quel che resta della sua vita. Secondo lei suo figlio Youssef Zaghba, che il 3 giugno scorso è stato ucciso a Londra durante un attentato costato la vita a 7 persone e il ferimento di altre 50, ha sbagliato. Ha fatto una cosa "atroce", che "non può e non deve essere giustificata". E ha provocato un dolore talmente grande "che chiedere perdono ai familiari delle vittime sembra quasi banale".



Valeria, seduta su un tappeto con il volto incorniciato dal velo nero, col senno di poi ammette: "Evidentemente non abbiamo capito cosa stesse succedento". E aggiunge: "Quando mi parlava della Siria e del fatto che voleva trasferirsi in quel Paese, non lo diceva certo perché volesse andare a combattere per l'Isis, ma perché sosteneva che in quella parte del mondo si poteva praticare l'Islam puro e perché voleva mettere su famiglia. Lo diceva sorridendo e io sorridendo gli divevo che era fuori di testa e che io non lo avrei seguito mai perché stavo bene dove sono".

Poi il cambiamento: "La radicalizzazione secondo me è avvenuta in Marocco attraverso internet e poi a Londra, frequentando gente che lo ha deviato facendogli credere cose sbagliate. Suo padre è un moderato, sua sorella non ha abbracciato la nostra fede, nessuno nella nostra famiglia è vicino in alcun modo con quel mondo fatto di stupidi radicalismi".



E aggiunge: "Per noi l'Islam vero è altro, è cultura e conoscenza. Per questo ai ragazzi della sua età dico che devono studiare, conoscere e capire. E' l'unico modo per difendersi dal radicalismo". A questo proposito Valeria ha idee chiare anche per il futuro: "Posso fare qualcosa contro il terrorismo. Posso fare dei corsi di antropologia delle religioni anche qui, anche a Bologna". Figlia di Raffaele Collina, partigiano insignito del "certificato al patriota", Valeria, 68 anni, è stata hippy, poi buddista e infine, dopo aver conosciuto il marito, mussulmana. Un percorso "di consapevolezza". Con il marito Mohammed si sentono spesso. Lei a Londra non ci andrà, sarà il padre a occuparsi del corpo del figlio da far rientrare e seppellire. Un morto che non avrà funerale, non almeno un funerale islamico visto che gli Iman non intendono ufficiarlo: "E' doloroso, ma capisco la loro scelta. Un segnale va mandato".



(Globalist)

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