Gli affari d'oro dell'Italia con il Qatar (che oggi è terrorista)...




Il contratto per Fincantieri vale quasi 4 miliardi di euro. Prevede la fornitura di sette navi di superficie. E non solo



Lo scenario internazionale ha aperto la settimana con una notizia clamorosa :"Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi ed Egitto chiudono le frontiere col Qatar: "Fomenta il terrorismo" 
Nelle ore successive, analisi e prospettive di questo nuovo scenario. Analisi politiche ed economiche. Sì, perché quel che è accaduto, è accaduto in un triangolo d'oro degli affari internazionali. Questa la notizia, ma riavvolgiamo la pellicola esattamente di un anno, andiamo al giugno dello scorso hanno per sapere.
Nell'estate dello scorso anno, l'Italia, con Fincantieri e Finmeccanica facevano un affare d'oro col Qatar, sorpassando nell'affare i cugini francesi. Cosa che inorgoglì parecchio il nostro governo. Di quel "sorpasso" resta la foto della firma dell'accordo con i protagonisti di quel giorno: il comandante delle Forze Navali dell’Emirato del Qatar, Staff Major General Mohammed Nasser Al Mohannadi, e l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, alla presenza dei ministri della Difesa dei due Paesi, Khalid bin Mohammed Al Attiyah e Roberta Pinotti. 
Nel frattempo, uno dei protagonisti, Finmeccanica, ha cambiato nome, adesso è Leonardo. Stesso campo di affari, stessa merce. Fincantieri e Finmeccanica (oggi Leonardo) al Qatar che "fomenta il terrorismo" il nostro Paese cosa ha venduto? Quel giorno furono sconfitti i concorrenti francesi che pure erano ritenuti favoriti da molti osservatori per ragioni commerciali.
Da parte italiana si sottolineò la vittoria come il risultato del sistema Italia: ha funzionato - fu sottolineato - ha funzionato la collaborazione tra governo e imprese, è stata vincente. La commessa vinta - fu aggiunto con orgoglio - dischiude nuovi e fruttuosi scenari per le aziende vincitrici. Sfogliando la cronaca, ricordiamo che solo un mese prima avevano fatto parecchio discutere i regali che il Kuwait avevano fatto alla delegazione italiana in occasione di un altro accordo con Finmeccanica. C'era la Pinotti anche in quella occasione, perché quando Finmeccanica mette in vetrina la sua roba, sul banco delle vendite ci sono armamenti e sistemi legati agli armamenti e alla difesa.
In occasione della missione in Kuwait sui titoli apparve la scritta Rolex. Ma torniamo al mese successivo, giugno, Qatar. Fincantieri e il ministero della Difesa del Qatar a Roma firmarono un contratto "per la realizzazione di sette unità di nuova generazione inserite nel programma di acquisizione navale nazionale per un valore di circa 4 miliardi di euro". Ripercorriamo i termini dell'accordo e ricordiamo i commenti all'accordo da parte dei vertici di Fincantieri e Finmeccanica, oggi Leonardo.

I dettagli del contratto

Il contratto per Fincantieri vale quasi 4 miliardi di euro. Prevede la fornitura di sette navi di superficie, di cui quattro corvette della lunghezza di oltre 100 metri, una nave anfibia (LPD – Landing Platform Dock) e due pattugliatori (OPV-Offshore Patrol Vessel) e dei servizi di supporto in Qatar per ulteriori 15 anni dopo la consegna delle unità. Tutte le unità verranno interamente costruite nei cantieri italiani del gruppo a partire dal 2018, assicurando 6 anni di lavoro e una ricaduta importante sulle principali società della difesa italiane, dice il vertice di Fincantieri. Nell’ambito dell’accordo tra i governi italiano e qatarino per il piano di ammodernamento della Marina militare del Qatar, Leonardo-Finmeccanica fornirà a Fincantieri sistemi e sensori navali di ultima generazione per le 7 nuove navi destinate alla Qatar Emiri Naval Forces. Le 7 unità (di cui 4 corvette, 1 Landing Platform Deck e 2 Off-shore Patrol Vessel) saranno impiegate per compiti di sorveglianza e pattugliamento marittimo nelle acque territoriali e nella zona economica esclusiva. Leonardo – sottolinea una nota del gruppo presieduto da Gianni De Gennaro e guidato dall’ad, Mauro Moretti – “avrà la responsabilità della fornitura integrata del sistema di combattimento delle nuove unità navali, i principali radar e sensori di bordo e sottosistemi di difesa, incluso i sistemi d’arma di medio calibro da 76/62 e di piccolo calibro da 30 mm, il sistema di protezione anti-siluro, il mine avoidance sonar Thesan, e, in collaborazione con MBDA, il sistema missilistico. La fornitura comprende inoltre attività di supporto logistico integrato di lungo periodo”.Fincantieri prevalse su altri costruttori di navi militari “grazie ad un progetto ritenuto in assoluto il più avanzato e innovativo, sottolinea il gruppo presieduto da Giampiero Massolo e guidato dall’amministratore delegato Giuseppe Bono. Tale risultato – si legge in un comunicato del gruppo – “è stato raggiunto anche grazie all’esperienza maturata da Fincantieri nella costruzione di navi hi-tech per alcune fra le più prestigiose Marine estere”. I gruppi italiani hanno sconfitto il gruppo francese Dncs, ha sottolineato anche Les Echos. “Per arrivare a stipulare l’accordo con Doha, l’Italia ha dovuto guerreggiare a lungo con la Francia che, assieme a Usa e Inghilterra, ha una lunga tradizione di forniture militari ai paesi del Golfo”, ha scritto il Fatto Quotidiano. “Se la Francia non avesse venduto nel 2015 una portaerei e alcune navi da guerra all’Egitto – grazie ai finanziamenti di Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti al Cairo in bolletta – probabilmente l’Italia non avrebbe concluso l’affare. La fornitura francese al regime di Al-Sisi ha indispettito (per usare un eufemismo) il giovane emiro Tamin Al-Thani che guida il Qatar”, ha aggiunto il quotidiano.

Il commento di Bono

“Per Fincantieri questo è un giorno da ricordare, perché vincere la concorrenza mondiale per un programma di tale portata era tutt’altro che semplice – ha detto l’ad di Fincantieri -. Abbiamo realizzato un’impresa eccezionale, che consente alla società di acquisire anche nel settore militare, così come in quello delle crociere e dell’offshore, una leadership mondiale. Con questo contratto Fincantieri realizza una vera partnership con le Forze Navali dell’Emirato del Qatar, che si pongono così tecnologicamente all’avanguardia. L’incremento del backlog assicurerà lavoro per almeno una decina d’anni, garantendo continuità delle attività nei cantieri e creando così le condizioni per concorrere alla crescita del Paese e aumentare il valore per gli azionisti”.

Il commento di Moretti

“Il grado di eccellenza raggiunto della nostra offerta – ha detto l’ad di Finmeccanica, Moretti – ha registrato un ulteriore importante successo che assume una duplice valenza. Da un lato è colto in un’area geografica dal fondamentale valore strategico, in termini di opportunità di business e dello sviluppo di collaborazioni; dall’altro rafforza il nostro posizionamento sui mercati internazionali confermando come i clienti comprendano il valore delle nostre proposte tecnologiche nel settore navale. L’accordo siglato testimonia il grande impegno delle istituzioni e in particolare del Ministro della Difesa Roberta Pinotti e rafforza la collaborazione con Fincantieri, segnando una considerevole affermazione del nostro sistema Paese”. Tutto bene, grande entusiasmo, il denaro non ha odore. Ma resta il fatto che un anno dopo quell'entusiastico accordo ci ritroviamo - stringi, stringi - ad aver venduto tanta bella roba da guerra, al Qatar che Arabia Saudita, Barhein, Emirati Arabi ed Egitto ritengono un Paese che fomenta il terrorismo...

(Globalist)

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