Non è un mondo per donne e bambini: in 2 miliardi sono esclusi dalla società...




Sono i numeri dello svilente WeWorld Index: il 28% di bambini e donne nel mondo subiscono forme di esclusione. Italia al 21esimo posto.



Non è un mondo per donne, nè tantomeno per bambini quello in cui abitiamo. Il 38% dei bambini e delle donne del mondo - circa 2 miliardi di persone - vive in paesi in cui vi sono forme gravi o gravissime di esclusione: 1 donna (o bambino/a) su 3. Ragionando al contrario, solo il 5% delle donne e della popolazione under 18 vive in Paesi dove la loro inclusione è buona.

Tra il 2016 e il 2017 il numero di bambine/i, adolescenti e donne che vivono in paesi dove la loro esclusione è grave e gravissima è aumentato di 22 milioni. Sono i numeri sconsolanti del WeWorld Index, introdotto nel 2015 e giunto ormai alla sua terza edizione, uno strumento nato per misurare l'inclusione di bambine, bambini, adolescenti e donne nel mondo. Un’analisi che incrocia per 170 Paesi 34 indicatori e 21 esperti coinvolti per dichiarare che il progresso di un paese deve essere misurato non solo attraverso indicatori economici, ma analizzando tutte le dimensioni del sociale: sanitaria, educativa, lavorativa, culturale, politica, informativa, di sicurezza, ambientale.

Presentato oggi a Roma al senato dal Presidente di WeWorld, Marco Chiesara, con Sandra Zampa Vice Presidente Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza il WeWorld Index fa emergere che se non si interviene subito, entro il 2030 con il ritmo attuale le donne e la popolazione under 18 che vivono in Paesi in cui vi sono forme gravi o gravissime di esclusione aumenterà di 286 milioni (sul miliardo e 800 mila attuale), un numero pari alla popolazione dell'intera Europa occidentale.

A dominare la classifica ancora una volta i Paesi del Nord Europa, prima fra tutti la Norvegia (+114), che si riconfermano luoghi in cui l'inclusione di donne e popolazione under 18 è migliore. Mentre come fanalino di coda ritroviamo la Repubblica Centrafricana (-151), dimostrando nuovamente che nei paesi dell'Africa Sub-Sahariana permangono forme gravissime di esclusione. L'Italia è stabile al 21/mo posto in classifica, sufficiente a livello globale, ma si attesa, tra i Paesi fondatori dell'Unione Europea, come il meno inclusivo per donne e bambini/e.
I conflitti interni ai singoli paesi, il terrorismo presente in alcuni, i regimi autoritari o comunque non democratici producono contesti di elevata esclusione dei soggetti più vulnerabili. I bambini e le bambine vengono privati della possibilità di studiare, in alcuni casi sono costretti a fuggire dai propri paesi d'origine perdendo i legami sociali, gli affetti, la casa. Anche nei paesi in cui non ci sono conflitti, la crescita economica non ha ancora prodotto effetti positivi di ridistribuzione del reddito.

I paesi europei sono quelli in cui l'inclusione di bambine, bambini, adolescenti e donne è migliore. Tuttavia mentre nei paesi ai primi posti nel WeWorld Index 2017 (Norvegia, Islanda, Svezia, Finlandia e Lussemburgo), l'inclusione di bambine e bambini va di pari passo con l'inclusione delle donne, nei paesi dell'Europa Occidentale ed ancor di più in quelli dell'Europa Orientale questo non accade. In diversi paesi (come Francia, Spagna, Italia, ma anche Germania) non migliora l'inclusione delle donne, mentre addirittura peggiora quella di bambine, bambini e adolescenti. Ciò può essere rivelatore di una disattenzione verso l'infanzia e l'adolescenza, due fasce d'età colpite dalla crisi economica tanto quanto della popolazione adulta...

(Globalist)

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