Un ex poliziotto denuncia: Duterte ha ordinato 200 omicidi...




Nuove accuse contro il presidente filippino che ha incoraggiato gli 'squadroni della morte'


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Un ex poliziotto filippino ha collegato il presidente Rodrigo Duterte a circa 200 uccisioni risalenti al periodo in cui l'attuale leader filippino era sindaco di Davao, accusandolo di aver ordinato gli assassini alle "squadre della morte" impegnato nella lotta al crimine. La testimonianza, contestata dai sostenitori di Duterte, è avvenuta al Senato di Manila nell'ambito di un'inchiesta da esso lanciata.
Arturo Lascanas ha detto di aver agito assieme ad altri «con previa conoscenza, ordini diretti, consenso, tolleranza o accettazione» di Duterte. «Si tratta solo della punta di un iceberg di sangue», ha aggiunto, in un'udienza trasmessa in tv.
Il portavoce presidenziale, Ernesto Abella, ha definito Lascanas «un testimone colpevole di spergiuro», definendo il suo intervento «inventato e inaccettabile». Il Senato, controllato dai sostenitori di Duterte, ha interrotto la seduta dopo la testimonianza di Lascanas.
L'ex poliziotto, che in ottobre aveva negato l'esistenza delle "squadre della morte", ha motivato il suo dietrofront col desiderio di «pulirsi la coscienza», dicendosi pentito. Lascanas è il secondo ex scagnozzo di Duterte ad accusare l'attuale presidente di essere stato dietro le uccisioni plurime.
Già prima della sua elezione l'anno scorso, Duterte si portava dietro accuse delle organizzazioni per i diritti umani relative al suo ventennio da sindaco di Davao, durante il quale si stima che le "squadre della morte" abbiano ucciso oltre mille persone. Mesi fa, durante un comizio, il vulcanico Duterte ha ambiguamente accennato anche a un suo ruolo diretto in alcuni omicidi. La "guerra alla droga" da lui lanciata appena salito alla presidenza ha causato oltre 7mila morti, attirandosi le critiche della comunità internazionale...

(Globalist)

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