Fatima, l'immigrata irregolare che assiste gratis un disabile povero...




Lei è una donna marocchina, lui un malato di sclerosi multipla: una storia di sofferenza e solidarietà


Onofrio Dispenza

"Domani? Vedrai, Dio penserà a noi...Non preoccuparti, a noi ci pensa Dio...". Fatima, capelli ricci raccolti, col suo italiano addolcito dal ritmo dell'arabo, lo ripete costantemente a Gero. "Tu sei così, ma ricorda che la vita è comunque bella..". Gero l'ascolta dalla sedia dove passa le sue giornate, in questi lunghissimi anni di convivenza con la sclerosi multipla. Quasi una sorella la malattia, con lei da trentacinque anni. Gero di anni ora ne ha cinquanta. Non li dimostra, il suo viso è lo stesso di quel ragazzo che ad Agrigento faceva il dj. Erano gli anni delle radio private, tra musica e informazione. Di quella stagione gli sono rimasti i dischi, il vinile, tanti dischi, e tanti altri che in questi ultimi, difficili tempi, gli sono arrivati, dono di amici e conoscenti. Gero è il diminutivo di Calogero, il santo nero venerato dagli agrigentini. Santo venuto dall'Africa, che guariva e al quale ora gli si chiedono i miracoli. Dall'Africa come Fatima, marocchina da sei anni in Italia. Fatima vive qui, ad Agrigento, da due anni. E da due anni assiste, notte e giorno, Gero. In Marocco Fatima ha un figlio, lo ha dovuto lasciare quando il piccolo aveva undici anni, ora il ragazzo ne ha diciotto, è un uomo. Da allora Fatima non lo ha più visto. Non può tornare in Marocco, se trovasse i soldi per andare a casa, da lì non potrebbe più rientrare in Italia.

All'inizio Gero poteva pagare Fatima, poi i soldi non sono più bastati. Convivere con la sclerosi multipla ha un costo impossibile, una impresa per le poche risorse di Gero, disabile al 100 per cento. Quando la pensione non è più bastata, Gero si è rivolto alle banche per piccoli prestiti. Per andare avanti. I soldi sono stati fagocitati presto dalle tante spese, sono rimasti i debiti da onorare. Gero ricorda il giorno quando dovette guardare negli occhi Fatima e dirle che non poteva più tenerla. Gero nel frattempo aveva perso la madre, fare a meno di Fatima voleva dire restare assolutamente solo. Ha dovuto farlo, ha guardato negli occhi Fatima e le ha detto che i soldi non bastavano più. " Come farai da solo? Non ti lascio...Come faremo? Ci penserà Dio, vedrai..." E Fatima è rimasta ad assistere Gero.

Per se e per Fatima, Gero si è inventato un mestiere. Ha aperto un sito (www.ilgiradisco.it), recupera altri dischi da aggiungere ai suoi, ci mette accanto quelli che gli regalano gli amici, e li vende su Ebay.
La storia di Gero, qualche giorno fa, ha avuto spazio nelle cronache. Il sindaco si è fatto avanti, ha sentito Gero. Potrà arrivare una assistenza due volte alla settimana, per tre ore. Ma non basta. Se non ci fosse Fatima, se Fatima non fosse rimasta, per Gero sarebbe stata la fine. Oltre Fatima, deve pur esserci una risposta adeguata in un Paese che si dice civile.
Quando parla dei giorni di Gero, a Fatima si spezza la voce. Così come quando parla del figlio lontano. Poi si riprende e sorride. Fatima. Cerco il significato del none:  deriva dall'arabo Fatimat, e significa "colei che svezza i bambini". Fatima, detta la luminosa, figlia del profeta Maometto. Nel corso della storia, più volte avvicinata alla figura della Madonna, nella ricerca di punti di contatto tra Islam e Cristianesimo. Fatima, dunque, madre, come la Madonna.
Nella storia di Gero, in quella di Fatima, nella loro resistenza, il senso delle cose che viviamo, con tante miserie, orribili muri e piccoli grandi gesti di resistenza e di civiltà...

(Globalist)

Commenti

marilena ha detto…
Grazie Fatima per quello che fai. Io non sono credente, la tua generosità ha ancora più valore se fatta senza aspettarsi una ricompensa divina. Sono gli uomini che devono aiutarti!

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