Da due anni la guerra nello Yemen...




Yemen, guerra più pericolosa per il mondo, titolavamo un mese fa, più pericolosa di Siria e Iraq. La guerra interna al mondo musulmano tra sunniti e sciiti, passata via mare, ora rischia di coinvolgere il pianeta, spiegavamo. Due anni dopo l’inizio formale di quella guerra, in attesa di soluzioni o, temuto, del peggio, sappiamo di 8000 morti di cui 1500 sono bambini. Cronaca dell’orrore e qualche ragionamento.



Yemen, guerra più pericolosa per il mondo, titolavamo un mese fa, guerra più pericolosa di quelle feroci che si combattono da molti più anni in Siria e Iraq. Sunniti e sciiti che si scannano? ‘Si ammazzano tra di loro, chi se ne frega’, è la filosofia diffusa sulle stragi nello Yemen. E la nostra attenzione di occidentali si occupa di islam quanto attraverso il terrorismo viene a colpirci in casa. Quindi, tutte le attenzioni su Iraq e Siria, come se la inevitabile sconfitta di Isis chiudesse la partita tra occidente e mondo islamico.
L’allarme dagli analisti: la guerra interna al mondo musulmano tra sunniti e sciiti, passata via mare, ora rischia di coinvolgere il pianeta.
http://www.remocontro.it/2017/02/27/yemen-guerra-piu-pericolosa-mondo-siria-iraq/
Erano questi giorni di marzo 2015 quando nello Yemen scoppiò un conflitto che ancora oggi, a distanza di 2 anni, infuria con un bilancio in termini di vite umane di quasi 8.000 morti di cui 1.500 bambini.
Senza contare il numero di profughi, 3 milioni, che completano un quadro devastante e purtroppo al momento senza alcuna prospettiva di pace. Nel Paese ci sono 19 milioni di individui che hanno un urgente bisogno di aiuti umanitari e di protezione.
Formalmente è in corso una guerra tra le forze armate lealiste, che sostengono il presidente Mansur Hadi e i ribelli houthi, un gruppo armato sciita, che nel 2014 ha guidato le proteste popolari accusando il governo di corruzione e di posizioni filostatunitensi e anti iraniane.
Repressione governativa con 800 arresti. La rivolta armata degli houthi conquista il controllo della capitale Sanaa costringendo alla fuga il presidente. Hadi si rifugia a Riyadh, capitale Saudita, ottenendo l’intervento della coalizione sunnita. E gli scontri nello Yemen, diventano guerra che da allora coinvolge il mondo.
La coalizione sunnita. Il 26 marzo 2015, i paesi del golfo (eccetto l’Oman), Egitto, Giordania, Marocco e Sudan – guidati dall’Arabia Saudita cominciano i bombardamenti aerei sullo Yemen per fermare l’avanzata degli houthi, appoggiati dall’Iran. Operazione “tempesta decisiva”. Decisiva per la coalizione arabo sunnita contro l’islam non solo arabo e sciita.
Con i bombardamenti nello Yemen, l’Arabia Saudita cerca di contrastare l’influenza dell’Iran, suo rivale regionale, accusato di sostenere i ribelli.  Iran nemico ritrovato degli Stati Uniti a guida Trump, e tutto potrebbe cambiare. In peggio. La nuova amministrazione sembra più disposta a un intervento militare a favore dell’Arabia Saudita.
Ma gli aiuti sono già arrivati. In armi. «Da Stati Uniti e Regno Unito armi per 5 miliardi di dollari», denunciano diverse organizzazioni internazionali. Dall’inizio del conflitto ad oggi, Usa e Gran Bretagna hanno trasferito all’Arabia Saudita armi per un valore di più di cinque miliardi di dollari. «Si tratta di dieci volte il totale degli aiuti versati o previsti nello stesso periodo per lo Yemen dai due paesi, pari a 450 milioni di dollari. Le armi sono state utilizzate per commettere palesi violazioni dei diritti umani e hanno accelerato la catastrofe umanitaria», denuncia Amnesty International.
Assurdità tra tutte, l’embargo imposto dall’Onu nell’aprile del 2015, si è trasformato di fatto in un blocco sul cibo, ed è catastrofe umanitaria. La ong ‘Action contre la faim’, accusa, «Nel 2014 lo Yemen ha importato il 90 per cento delle sue derrate alimentari via mare. L’embargo sulle armi si è trasformato in un blocco aereo e marittimo quasi totale, che ha limitato enormemente le importazioni di beni di prima necessità, cibo incluso. Se verrà bloccato anche il porto di Hodheida, la crisi umanitaria, già generalizzata, si aggraverà ancor di più. Nello scorso gennaio il prezzo del grano risultava già più elevato del 32 per cento rispetto a prima della guerra»...

(RemoContro)

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