Turchia, l'Isis rivendica la strage in discoteca a Istanbul. Continua la caccia al killer. Esplosi 180 colpi...





 IL VIDEO, TERRORISTA RIPRESO DURANTE L'ATTACCO

L'Isis ha rivendicato in un comunicato, tramite la sua agenzia di stampa Amaq, l'attentato al 'Reina' nightclub di Istanbul. Lo riferisce SkyNews.
Oltre che in arabo, per la prima volta il comunicato di rivendicazione dell'Isis, è stato diffuso anche in lingua turca. Nell'attentato alla discoteca sono morte 39 persone, di cui 25 stranieri VIDEO, e altre 70 sono rimaste ferite.
Nel comunicato di rivendicazione, l'Isis definisce la Turchia, "serva della croce". E poi, riferendosi al suo ruolo nel conflitto in Siria, avverte che "il governo di Ankara dovrebbe sapere che il sangue dei musulmani, uccisi dai suoi aerei e dalla sua artiglieria, provocherà un fuoco nella sua casa per volere di Dio" sostenendo che il killer ha agito "in risposta agli ordini" del leader dell'Isis, Abu Bakr al-Baghdadi".

Almeno 8 sospetti militanti dell'Isis sono stati fermati dalle unità antiterrorismo della polizia di Istanbul per un presunto coinvolgimento nell'attacco.

Le autorità turche hanno identificato 38 delle 39 vittime della strage di Capodanno. Almeno 25 sono gli stranieri, in maggioranza sauditi (7). Le vittime sono 25 uomini e 14 donne.

Continua la caccia al killer che si è dato alla fuga dopo l'attacco. Due quotidiani locali, Hurriyet e Karar, citando fonti anonime, sostengono che l'autore della strage potrebbe essere originario dell'Uzbekistan o Kyrgyzstan. Per la caccia all'uomo sono stati mobilitati migliaia di poliziotti in tutto il Paese. Intanto, si apprende che sono stati esplosi tra i 120 e 180 colpi all'interno del locale.

LA STRAGE - La festa per il nuovo anno in Turchia si è trasformata in un incubo di terrore e morte, dopo un 2016 già funestato da numerosi attentati. Un uomo armato, presumibilmente da solo, ha fatto irruzione in un nightclub di un elegante quartiere di Istanbul, dopo la mezzanotte, ed ha compiuto una strage: almeno 39 morti e una settantina di feriti, soprattutto stranieri. Poi si è dato alla fuga. In salvo un gruppo di italiani, a parte una giovane bresciana rimasta leggermente ferita. Il killer, secondo alcuni testimoni, avrebbe urlato 'Allah Akbar' durante l'assalto. L'inferno si è scatenato intorno all'1.30 locale (le 23.30 italiane) nello scintillante 'Reina', disco-club che si affaccia sulle rive del Bosforo, rinomato tra turisti e stranieri e frequentato da star e calciatori. Le immagini delle telecamere di sicurezza hanno immortalato un uomo vestito di nero e incappucciato con un fucile che ha ucciso un poliziotto ed una guardia all'ingresso e poi è entrato nel locale, sparando all'impazzata sui circa settecento presenti, alcuni dei quali si sono tuffati nelle acque gelide del Bosforo per salvarsi. Tra i sopravvissuti, anche un gruppo di italiani (tra i quali tre modenesi) che si sono gettati a terra ai primi spari, cavandosela con qualche escoriazione. Per una giovane bresciana, in Turchia per lavoro, una leggera ferita alla testa. La folle corsa ha seminato panico, decine di morti e feriti, e nella confusione il killer ha abbandonato l'arma ed è riuscito a fuggire, scatenando una gigantesca caccia all'uomo estesa a tutto il Paese, a cui partecipano almeno 17mila agenti.

Le autorità turche hanno riferito che si tratta di un unico assalitore, di cui ha diffuso delle foto (un giovane con barba e capelli neri), ma non mancano i dubbi. Altre immagini mostrano un uomo con abiti bianchi e un berretto con il pon-pon, tanto che inizialmente si era pensato fosse vestito da Babbo Natale, forse per confondersi tra alcuni degli agenti di sicurezza di pattuglia nelle strade vestiti allo stesso modo. Tra l'altro, alcuni testimoni sopravvissuti alla strage hanno raccontato di aver sentito sparare da più di una persona. Al momento, si contano almeno 39 morti, soprattutto stranieri: 7 sauditi, 3 iracheni, 3 giordani, 2 libanesi, una franco-tunisina ed il marito, 2 indiani, uno da Kuwait, Libia, Siria e Israele, un ventenne belga di origine turca ed un canadese-iracheno. Tra i feriti, una settantina, alcuni versano in gravi condizioni. Nelle ore successive all'attentato, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha tuonato contro coloro che "stanno cercando di creare caos e destabilizzare il Paese" ed ha assicurato che "manterremo il sangue freddo e resteremo più uniti che mai".
                                    

Unanime la condanna internazionale, dalla Casa Bianca alla Russia, all'Ue. Per l'Italia, il presidente Sergio Mattarella ha invocato "fermezza contro la barbarie terrorista" mentre il premier Paolo Gentiloni ha inviato un messaggio a Erdogan parlando di "vile e brutale attacco" e assicurando la solidarietà del governo italiano. "Purtroppo, la violenza ha colpito anche in questa notte di auguri e di speranza. Addolorato, sono vicino al popolo turco", ha detto papa Francesco all'Angelus. La Turchia non riesce a tirarsi fuori dalla spirale di sangue che l'ha avvolta negli ultimi anni, culminata in un 2016 che ha prodotto centinaia di morti in almeno sei grandi attentati, l'ultimo dei quali appena 20 giorni nei pressi dello stadio di Istanbul. Il suo uomo forte, Erdogan, da una parte si accorda con la Russia per dividersi le zone d'influenza in Siria, mentre in casa propria punta ad una riforma presidenzialista che lo rafforzi ulteriormente, a scapito di ogni avversario, interno ed esterno. Dall'altra parte, però, il 'sultano' deve fare i conti con la risposta violenta dei separatisti curdi del Pkk e dei jihadisti filo-Isis, che seminano stragi per tutto il Paese. Sul nightclub di Istanbul, probabilmente, sventola la bandiera nera del Califfato, che appena due settimane fa ha insanguinato il Natale di Berlino. E che adesso minaccia di colpire in massa anche in Gran Bretagna, persino con armi chimiche, come ha avvertito oggi il ministro della Sicurezza di Londra Ben Wallace in un'intervista al Sunday Times.

(ANSA)

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