Trump al comando ed è l’America dei muri annunciati...




Trump: “Grande giorno, costruiremo il muro”. Stretta sugli immigrati e i rifugiati. Il presidente firma l’ordine esecutivo per la costruzione, al confine con il Messico. Direttiva anche per bloccare l’arrivo di profughi da Paesi esposti al terrorismo. Polemiche sull’ipotresi ripristinio degli interrogatori ‘rafforzati’, di fatto la tortura. I numero per problema Messico



Due gli ordini esecutivi che Trump ha firmato al dipartimento di sicurezza interna. «Il muro si farà!», ha garantito il tycoon. Ama vantarsi il presidente, e spesso esagera. I muri di faranno, ma non si sa quando e al momento come, visto che non è certo chi li pagherà. Così i tweet del presidente si limano nella briefing room della Casa Bianca dove il portavoce Sean Spicer precisa che il muro sarà costruito «appena possibile».
Non è chiaro tuttavia chi pagherà per la costruzione della barriera, almeno non in questa fase, lasciando una delle promesse mantenuta di fatto a metà, quando Trump candidato disse, «sarà il Messico a pagare per il muro». Adesso siamo a «il Messico ci rimborserà». Forse. O forse no. Viene detto che Trump lavorerà con il Congresso per lo stanziamento dei «fondi esistenti» perché ci sono «numerosi meccanismi» che lo permettono. Atto poco più che formale ieri. L’azione esecutiva conferisce l’autorità per procedere con il progetto, ma il fare resta tutto da decidere.
Nella stretta generale sull’immigrazione, al decreto sul muro è seguita un’azione esecutiva per stringere le maglie degli ingressi negli Usa: saranno creati più spazi detentivi lungo il confine, fine alla politica del «catch and release» (cattura e libera) dell’amministrazione Obama e non saranno più concessi finanziamenti (promette Trump) alle cosiddette ‘città santuario’ come New York o Los Angeles, dove gli amministratori locali si sono rifiutati di consegnare gli immigrati irregolari per l’espulsione.
Si fa strada anche l’ipotesi di un bando temporaneo per i rifugiati, tutti i rifugiati, siriani, iracheni e quelli provenienti da zone ‘sensibili’ al terrorismo, almeno fino a quando l’amministrazione non avrà messo a punto un processo di verifiche e controlli più sicuro.
Ipotesi da brivido. Trump sarebbe pronto a far ripartire il programma sugli interrogatori ‘rafforzati’ della Cia, di fatto la pratica delle torture e la pratica del ‘waterboarding’, smantellato nel 2009. Esiste un documento che parla del rilancio degli ‘interrogatori rafforzati’.
«Trump vuole restaurare le torture», hanno accusato le associazioni per la difesa dei diritti umani, Human Rights First in testa. «Non è un nostro documento», ha negato Spicer.
«Trump può firmare tutti gli ordini esecutivi che vuole. Ma la legge è la legge. Non reintrodurremo la tortura negli Stati uniti», ha commento il senatore repubblicano John McCain.
TRUMP FIRMA E TWITTA MA NON AVRÀ VITA FACILE
Al momento, ancora decreti ‘propaganda’. I fatti sono decisamente più complicati.
Ogni anno oltre 500 milioni di persone attraversano i due soli confini terrestri degli Stati Uniti, Canada e Messico e, di questi, circa 300 milioni non sono cittadini statunitensi.
L’attenzione è concentrata sull’attraversamento illegale degli immigrati irregolari che dal Messico raggiungono gli Stati meridionali degli USA. Immigrazione clandestina, trasporto di droga e di merci non regolari.
Il totale degli immigrati irregolari negli Stati Uniti provenienti da ogni parte del mondo sono 11,3 milioni. Più della metà, 6,5 milioni nel 2014, sono messicani. Quelli che vivono regolarmente negli Stati Uniti sono invece 33,5 milioni, quasi un quarto della popolazione messicana. Circa il 65% degli americani-messicani è nato negli Stati Uniti, mentre il 18% è rappresentato da immigrazione non autorizzata. Va anche detto che, a partire dal 2009 la tendenza all’immigrazione dal Messico verso gli Stati Uniti è in costante calo e nel 2015 è scesa a 5,6 milioni.
I numeri dei migranti messicani
Il totale degli immigrati irregolari negli Stati Uniti provenienti da ogni parte del mondo sono 11,3 milioni. Più della metà, 6,5 milioni nel 2014, sono messicani. Quelli che vivono regolarmente negli Stati Uniti sono invece 33,5 milioni, quasi un quarto della popolazione messicana. Circa il 65% degli americani-messicani è nato negli Stati Uniti, mentre il 18% è rappresentato da immigrazione non autorizzata. Va anche detto che, a partire dal 2009 la tendenza all’immigrazione dal Messico verso gli Stati Uniti è in costante calo e nel 2015 è scesa a 5,6 milioni.
La presenza dei messicani in America è sparso in soli sei Stati: California, Florida, Texas, Illinois, New York, New Jersey. I messicani rappresentano il 5,1% della forza lavoro complessiva statunitense. L’età media è molto giovane, circa 25 anni d’età...

(RemoContro)

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