In Italia in sette possiedono quanto il 30% della popolazione...




Mondo folle col ricco sempre più ricco e il povero sempre più povero. Rapporto Oxfam. In Italia in sette hanno i beni del 30% della popolazione. Gli otto super miliardari censiti da Forbes possiedono la stessa ricchezza che è riuscita a mettere insieme la metà della popolazione più povera del globo: 3,6 miliardi di persone.
L’impietosa critica al neoliberismo che arriva da Oxfam, una delle più antiche società di beneficenza con sede a Londra, ma anche una sfida lanciata ai Grandi della Terra, che domani si incontreranno a Davos per il World Economic Forum.
Ai governi Oxfam chiede di fermare sia la corsa al ribasso sui diritti dei lavoratori, sia le politiche fiscali per attirare le multinazionali. Oppure nel giro di 25 anni assisteremo alla nascita del primo trilionario, una parola oggi assente dai dizionari.





I dati sono seri, molto seri, e per questo fanno ‘arrabbiare’ molto. Metodologia di stima utilizzata da Credit Suisse, quindi c’è poco da scherzare, che riporta drammatici squilibri distributivi ed eccessi nella concentrazione della ricchezza da follia che fanno apparire imperatori e faraoni dei benefattori.
Calcolata nel 2016 la ‘ricchezza nazionale netta’, i soldi che noi italiani tutti assieme abbiamo ‘guardagnato’, in 9.973 miliardi di dollari, facciamo 10mila per semplificare, come ce li siamo distruibuiti?
Il 20% già più ricco tra noi, possedere poco più del 69% della ricchezza nazionale, facciamo 70% e muoia l’avarizia.
Un altro 20%, un po’ più sfigato del 20% precedente, ma molto meno di quello che ancora deve campare, controlla il 17,6% della ricchezza.
Mentre al 60% più povero tra noi, rimane appena il 13,3% di ricchezza nazionale.
Non siete ancora abbastanza arrabbiati?
Dettagli degli stessi numeri. Il 10% dei Top-ricchi italiani, possiede 7 volte la ricchezza della metà più povera della popolazione.
I Paperoni italiani sappiamo così che possiedono oggi il 25% di ricchezza nazionale netta.
Non solo, attenti perché il passaggio è difficile, la ricchezza dell’1% dei Supericchi è oltre 30 volte la ricchezza del 30% più povero dei nostri connazionali.
Proviamo a dirla in altro modo sperando di aver capito: l’1% di ciò che ha un supericco, è 30 volte più grande di quanto possieda tutto assieme uno tra il 30 % più povero tra i nostri connazionali.
E passare dalla rabbia alla incazzatura: l’1% del super ricco 415 volte quella detenuta dal 20% più povero della popolazione italiana.
E infine, i primi sette miliardari nazionali (in tutto 151 nella famosa classifica di Forbes) possiedono quanto tutta la ricchezza del 30% più povero della popolazione.
Anche il ‘surplus’ in mano ai soliti
Non è che a livello planetario i meccanismi distributivi della ricchezza siano meno iniqui. Oxfam ha ricostruito la distribuzione del ‘surplus’, della crescita di reddito pro capite registrato nel periodo 1988-2011 su scala globale. E anche qui piove sul bagnato.
Quasi il 46% dell’incremento del reddito disponibile pro-capite globale è stato appannaggio del 10% più ricco della popolazione mondiale a fronte di appena il 10% ricevuto dalla metà più povera della popolazione del pianeta.
In Italia in particolare, il 10% più ricco della popolazione ha accumulato un incremento di reddito superiore a quello della metà più povera degli italiani. E sapere quanto vale quella quota di incremento del reddito ricevuta nell’arco degli oltre vent’anni dal 10% più povero dei nostri connazionali?
Un risicato 1% corrispondente a miseri 4 dollari pro-capite all’anno. Da fame e da vergogna.
Il legame tra crescita e benessere svanito
Ricordate la favola del produrre di più per guadagnare di più? Se mai è stato vero, oggi, più produttività non dà più salario.
Dal 1999 al 2013, ultimo anno in cui il dato è disponibile, la crescita dei redditi da lavoro salariato è risultato in netto ritardo sull’aumento della produttività del lavoro.
Una conferma arriva anche dai dati Eurostat secondo cui i livelli retributivi non solo non ricompensano adeguatamente gli sforzi dei lavoratori, ma risultano sempre più spesso insufficienti a supplire alle necessità dei singoli e delle famiglie.
Un problema che sembra coinvolgere tutto il continente europeo, pur essendo tra le regioni con i redditi più alti al mondo, e pensiamo al resto.
L’Italia, in particolare, con uno scandaloso tasso di occupati ‘a rischio di povertà’ pari nel 2015 a 11,5% dell’intera forza lavoro nazionale in età compresa fra i 15 e i 64 anni, è sotto di ben due punti percentuali alla media europea, 9,5%, stimata nel 2015.
Il legame tra crescita e benessere non solo è svanito, ma la ricchezza si ferma solo ai piani alti.
Scusate, ma di che Italia e di che mondo ci avere raccontato (voi governanti, voi politica, voi imprenditori, voi manager, e voi giornali e informazione), sino ad oggi?

(RemoContro)

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