"Allah Akbar!, lo dico io"...




Una riflessione di Onofrio Dispenza sulle suggestioni e il flusso di notizie dell'attacco alla moschea a Quebec City in Canada

                                                            La moschea dell'attentato di Quebec City



Suggestioni e flusso di notizie dell'attacco alla moschea in Canada meritano una riflessione. In sintesi, cosa accade ? C'è l'attacco, testimoni riferiscono di due assalitori, e che uno degli assalitori avrebbe inneggiato ad Allah con l'urlo "Allah Akbar!".

La circostanza inizialmente alimenta l’ipotesi di un attentato di matrice islamica, come si dice in questi casi, con una dose di abuso. Ci si mettono pure il nome arabo e le origini marocchine di Mohamed Khadir, uno dei due giovani fermati dalle forze dell’ordine subito dopo l’attacco. Due più due fa quattro.

Successivamente, però, la polizia precisa che Khadir è solo un testimone e che solo l’altro è da ritenere «sospetto». Il secondo ( che poi è praticamente il solo ) è Alexandre Bissonnette, un giovane franco-canadese, senza precedenti, studente di antropologia e scienze politiche all'università Laval, la più antica in lingua francese del Nord America, con sede vicino alla moschea. Il profilo di Alexasandre rende più plausibile l’ipotesi della xenofobia o dell’islamofobia.

Riepilogato questo, cosa è successo e perché invito ad una riflessione? Cosa è accaduto? Che il giovane di origine magrebina, testimone di una strage, di fronte all'orrore,ha urlato "Allah Akbar!". Come farei io, come farebbe ciascuno di noi di fronte all'orrore di una strage che si consuma davanti ai nostri occhi, praticamente urla "Dio mio! Dio mio!". Una naturale implorazione al proprio Dio. Sostanzialmente, "Allah Akbar!". My God!..

(Globalist)


Commenti

AIUTIAMO I BAMBINI DELLA SCUOLA DI AL HIKMA

Post più popolari

facebook