Per Mohammed la gioia è una macchinina tra le macerie di casa sua...




Storie dalla martoriata città di Aleppo, nel giorno in cui l'Unicef ha organizato l'#AleppoDay.



Onofrio Dispenza

Il piccolo Mohammed assieme alla sua famiglia torna in quello che resta della sua casa di Al Sha'ar, ad Aleppo Est. L'avevano lasciata due settimane prima, quando i combattimenti tra ribelli e forze governative erano diventati troppo intensi. Mentre Mohammed sale le scale continua a dire "Spero di ritrovare la mia macchinina... spero di ritrovarla...". E la ritrovata, e comincia a saltare dalla gioia.

Della sua casa non è rimasto nulla, ma lui, felice, si riprende il diritto di avere un momento di gioia. La sua casa distrutta, come tante altre, come l'intero quartiere, come tutta Aleppo, ma Mohammed  riprende a giocarci con la sua macchinina, a farla avanzare tra le macerie, spingendo coi piedi.

Avremmo potuto partire da una delle mille e mille foto di morte per questo "Aleppoday", ma abbiamo scelto questa foto di Maria Gianniti, inviata di Radio Rai. Perché è scandalosamente normale: un bambino che gioca, come hanno diritto di giocare i bambini. La macchinina ritrovata. Contro la morte, contro la logica dei poteri che si contrappongono sulla pelle della Siria, contro i cinismi, contro gli errori criminali dei poteri e degli uomini, contro le indifferenze che resistono e contro la meschinità di chi ripudia la solidarietà.

Si spera che finisca, nel frattempo si contano i morti di questi lunghi anni di guerra. C'è chi evidenzia, all'interno dei numeri, il totale presunto dei bambini che non ci sono più. Morti sotto le bombe, per fame e sete, per il freddo, per una traversata finita in naufragio. Elencare gli orrori della guerra e gli orrori che hanno accompagnato la fuga dolorosa dalla guerra, è impossibile. Abbiamo gli occhi pieni di bambini senza vita, snodati come bambolotti finiti sotto un camion.

Gli orrori della Storia , e questo tra gli altri, più che dalle parole sono meglio raccontati dalle immagini e dagli occhi degli esseri umani, ora in bianco e nero, ora a colori. La Storia traduce sempre gli errori in orrori. La Storia ci consiglia di ricominciare da Mohammed che ci guarda, sulla sua macchinina tra le macerie della ragione....

(Globalist)

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