Landis: "Idlib è la capitale del jihadismo. Si barricheranno fino a morire"...
Lo studioso di Medio Oriente considerato uno dei massimi esperti di Siria, alla guida il Center for Middle East Studies dell'università dell'Oklahoma: "Caduta Aleppo ora questa città siriana è il nuovo centro della resistenza anti Assad, in mano ad Al Qaeda e ai salafiti di Ahrar al-Sham"
di ANNA LOMBARDI"LA CADUTA di Aleppo è un punto di svolta. Era l'ultimo centro davvero importante rimasto nelle mani dei ribelli ormai sempre più isolati". Joshua Landis, che guida il Center for Middle East Studies dell'università dell'Oklahoma, è lo studioso di Medio Oriente considerato uno dei massimi esperti di Siria.
Le autorità siriane hanno garantito il trasferimento dei ribelli verso Idlib: non temono che si riorganizzino?
"Caduta Aleppo ora è Idlib il nuovo centro della resistenza anti Assad. Ma se buona parte dei ribelli di Aleppo erano i cosiddetti moderati, finanziati e armati dall'Occidente, Idlib è in mano ad Al Qaeda e ai salafiti di Ahrar al-Sham. E con loro l'Occidente non vuole avere nulla a che fare: non li finanzieranno, non li armeranno, non li addestreranno. I ribelli sono sempre più orfani: anche per Arabia Saudita, Turchia e Qatar far arrivare aiuti è più difficile ".
Se è per questo nessuno li ha difesi nemmeno ad Aleppo.
"Almeno il 30 per cento dei combattenti ad Aleppo Est erano di Al Qaeda: lo ha detto l'inviato Onu Staffan de Mistura e questo spiega perché nessuno è intervenuto a salvarli. A dispetto della condanna dell'Onu verso Assad e la Russia, la fine di combattenti di Al Qaeda non dispiace a nessuno".
Il trasferimento ad Idlib è dunque solo un atto simbolico?
"Direi che è una soluzione temporanea, scelta forse nella speranza che i ribelli si arrendano o firmino un accordo, anche se si sono sempre rifiutati ed è una soluzione improbabile: Idlib è il centro del jihadismo siriano, le sue milizie sono disposte a morire, resisteranno il più a lungo possibile".
E i civili che sono con loro?
"Il regime attaccherà anche Idlib: sarà brutale e i civili saranno quelli che soffriranno di più. Lo abbiamo già visto ad Aleppo: le milizie non li hanno lasciati andare, avevano bisogno di donne e bambini per attirarsi le simpatie del mondo. E Assad da parte sua è un dittatore brutale che non cambierà strategia nonostante l'indignazione globale. È un braccio di ferro: a chi cede per primo".
Quanto durerà?
"Nessuno può dirlo. Il regime non perdona
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