Espulsi 35 diplomatici-spia russi per interferenze sul voto Usa...




LA MINI GUERRA FREDDA DI OBAMA 3 SETTIMANE PRIMA DELL’ADDIO –
Gli Stati Uniti hanno annunciato che 35 diplomatici russi devono lasciare Washington nelle prossime 72 ore. È la prima misura decisa dall’amministrazione Obama che reagisce dopo le presunte ingerenze di Mosca nel voto per la Casa Bianca. Due centri russi a New York e nel Maryland saranno chiusi. Il Cremlino annuncia ritorsioni



Le ultime 3 settimane della presidenza Obama, e scatta la sua ‘Mini guerra fredda’ contro la Russia troppo amica del vincente Trump, il successore-avversario su cui far pesare da adesso in poi il sospetto di complicità ed aiuto occulti sulla sua elezione. 
Con una decisione senza precedenti, Barack Obama ha disposto sanzioni direttamente contro le due principali agenzie di intelligence russe, il Gru e l’Fsb, il primo per lo spionaggio militare all’estero e l’altro per il controspionaggio. Colpiti anche quattro ufficiali del Gru e tre società che avrebbero fornito supporto materiale alle cyber operazioni della stessa intelligence.
Il dipartimento di Stato, invece, ha espulso come persone non grate 35 funzionari russi negli Usa che «hanno agito in modo incoerente con il loro status diplomatico o consolare», probabilmente per essere stati coinvolti in attività di intelligence sotto copertura diplomatica, dato che il comunicato della Casa Bianca parla di «operativi dell’intelligence russa». Hanno 72 ore di tempo per lasciare gli Usa, insieme ai loro famigliari. Chiusi anche due complessi ricreativi di proprietà del governo russo a New York e in Maryland, usati -accusa l’Fbi- per scopi di spionaggio.
Presi di mira anche quattro alti ufficiali: Igor Valentinovich Korobov, attuale numero uno del Gru, ed i suoi tre vice, Serhei Aleksandrovich Gizunov, Igor Olegovich Kostyukov e Vladimir Stepanovich Aleksev perché secondo la Casa Bianca sarebbero le persone che avrebbero direttamente ordinato gli attacchi contro il Comitato Nazionale Democratico e altre organizzazioni politiche americane. Azioni che secondo Obama hanno inquinato gravemente la campagna elettorale.
I 35 russi dichiarati persone non grate dagli Stati Uniti ”sono agenti dell’intelligence russa”. Lo ha detto un alto dirigente della Casa Bianca. I due complessi di proprietà del governo russo di cui è stato negato l’accesso, ha sottolineato la stessa fonte, servivano invece per attività di intelligence
Tra i destinatari delle sanzioni Usa per gli hackeraggi di Mosca il Tesoro inserirà anche altri due due cittadini russi, Evgeniy Bogachev e Aleksey Belan, entrambi ritenuti noti ‘cyber criminali’ responsabili di intrusioni nel sistema finanziario internazionale, anche ai danni di compagnie americane. Evgeniy Bogachev e alcuni suoi complici sono considerati responsabili di aver rubato oltre 100 milioni di dollari a istituzioni Usa, Aleksey Belan di aver compromesso e sottratto i dati di almeno tre importanti società e-commerce statunitensi.
La risposta russa non si è fatta attendere: un portavoce del Cremlino, ribadendo l’estraneità russa agli atti di pirataggio informatico, ha detto che le azioni messe in atto da Obama sono controproducenti e danneggiano il ripristino dei legami bilaterali. E per ritorsione, le autorita’ russe hanno chiuso la scuola anglo-americana di Mosca frequentata anche da figli del personale d’ambasciata britannico e canadese e da ragazzi di altre nazionalita. riferisce la Cnn citando un dirigente Usa. Chiuso anche l’accesso alla residenza di vacanza dell’ambasciata Usa a Serebryany Bor, vicino a Mosca.
Ma Obama avvisa che non finisce qui, promettendo che gli Usa ”continueranno a prendere una serie di azioni a tempo debito, alcune delle quali non pubblicizzate”, contro la Russia e che la sua amministrazione fornirà nei prossimi giorni al Congresso un rapporto sulle interferenza di Mosca nelle elezioni. ”Tutti gli americani dovrebbero essere allarmati dalle azioni russe”, ha spiegato il presidente, evocando anche le persecuzioni subite dai diplomatici americani in Russia e definendo le varie decisioni prese oggi come una ”risposta necessaria e appropriata agli sforzi di danneggiare gli interessi Usa”.
Il cyberattacco più forte attuato – secondo i sospetti americani – dai servizi russi portò a rivelare, nello scorso luglio, che i vertici del partito democratico stessero facendo di tutto per ostacolare il senatore del Vermont, Bernie Sanders e favorire Hillary Clinton durante la primarie. Le rivelazioni portarono alla dimissione del presidente del partito, Debbie Wasserman Schulz.
Finora il presidente eletto Donald Trump si era detto scettico dei risultati delle indagini di Fbi e Cia sul coinvolgimento russo nelle operazioni di hacking. La decisione di Obama lo obbligherà però a una decisione sulla questione, quando assumerà la presidenza il 20 gennaio.
Il presidente eletto, però, sembra già gettare acqua sul fuoco annunciando che «la prossima settimana incontrerà i leader della comunità dell’intelligence russa per essere aggiornato sui fatti di questa situazione», anche se «è tempo per il nostro Paese di procedere verso cose migliori e più grandi».

(RemoContro)

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