A due ex schiave yazide il premio Sakharov: liberate il mondo dall'Isis...




Nadia Murad e Lamia Haji Bashar, vendute e violentate dallo Stato Islamico, sono diventate portavoci minoranza perseguitata dai jihadisti: ancora 3.500 donne yazide prigioniere.



"Ci sono ancora 3.500 donne yazide nelle mani dell'Isis e non sono state ancora liberate". Nadia Murad ha appena ricevuto il premio Sakharov, ma non perde tempo per lanciare il suo appello: "Gli ufficiali dell'Isis devono essere portati davanti alla giustizia internazionale, alla Corte penale internazionale, oppure i loro nomi potrebbero restare sconosciuti. E gli effetti di Daesh proseguiranno fino a quando la giustizia non si sarà pronunciata".

Due giovani yazide d'Iraq, Nadia Murad e Lamia Haji Bashar, sono state insignite del premio Sakharov dal Parlamento europeo. E hanno immediatamente chiesto che i leader dello Stato islamico siano consegnati alla giustizia internazionale e possano comparire di fronte alla Corte Penale Internazionale.

Le due donne sono diventate portavoci della comunità yazida, minoranza perseguitata dai jihadisti, dopo essere fuggite dalle mani dei terroristi che le avevano ridotte alla schiavitù sessuale.


"Sono molto contenta di aver ricevuto questo Premio dall'Unione Europea - dice Lamiya Haji Bachar, il cui volto porta ancora le cicatrici dell'esplosione di una mina durante la fuga - ma mi piacerebbe anche che l'Unione europea pensasse alla situazione della gente sul campo, che vive nel mezzo di una guerra, e cercasse di risolvere i problemi".

"Quando siamo state violentate, e poi vendute e poi di nuovo vendute dallo Stato Islamico - ha aggiunto - non abbiamo mai perso la fiducia in Dio, perché sappiamo che Dio non ci abbandona, e non abbiamo sentimenti di vendetta perché sappiamo che Dio ci aiuta".


Le due giovani hanno espresso la speranza che il Premio Sakharov possa "aiutare a cambiare la percezione dei rifugiati da parte dei cittadini europei" in modo che "siano meglio tollerati".

                                  

(Globalist)

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