Usa, comunque vada sarà un pasticcio...




Titolo rovesciando la battuta del comico. O Hillary, che qualcuno insiste nel darla per favorita, o Trump, che altri vedono vincitore a sorpresa. Peggio di così non poteva andare. Decidono gli elettori americani ma i guai cadranno sul mondo. E’ la globalizzazione bellezza! Punto della situazione senza il domenicale Piero Orteca, in ‘pausa’ per due mesi, ma non scappa. E noi suppliamo andando negli Stati Uniti anche senza di lui.


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La sensazione che il mondo, con queste elezioni presidenziali americane si stia cacciando in un guaio è molti diffusa. Col dramma che non si sa bene neppure quale sia in guaio peggiore da cui sperare di salvarci. Peggio Trump o peggio Hillary? Peggio, e non meglio, la prima domanda che ti passa per la testa.
Ed ecco la più efficace sintesi stampa che a nostro avviso centra il bersaglio.
Un tranquillo weekend di paura
inventa con la creatività di sempre il Manifesto.
«Nella migliore delle ipotesi, cioè una vittoria di misura su Trump, la presidenza Clinton si aprirebbe sotto il segno di un sistema politico che non regge più».
Sistema e mondo politico statunitense
Prima i meccanismi. In quanti votano per il Presidente Usa? Non lo sapete? Neppure noi. Negli Stati Uniti non basta avere il diritto di voto per votare. Bisogna anche registrarsi, comunicare che vuoi andare a votare. Solo negli Usa accade.
Quindi? Residenti 325 milioni, potenziali elettori 220 milioni, salvo carcerati et similia, e si scende a 208 milioni. Poi, se vuoi votare, devi registrati ‘come elettore’ (non basta essere cittadino), e siamo scesi a 142 milioni.
Nell’ultimo voto presidenziale, 2012, l’affluenza fu del 55% circa e fu record. 127 milioni su 325 di americani, un terzo più o meno, a scegliere chi mettere alla guida del Paese più potente e armato del mondo.
Sex, lies and Vlad Putin
Sesso, bugie e Vladimir Putin. Signore e signori, le elezioni americane! Titola sul suo blob del Sole24ore Ugo Tramballi. Che ha il coraggio di scherzarci sopra: gli haker russi, il capo dell’Fbi che sputtana la quasi presidente sulle email che non doveva spedire. Mancano solo i marziani in scena. Molto teatro per una democrazia, quella americana, meno realizzata di quelle dell’Europa occidentale. Ma gli Stati Uniti non sono un paese come gli altri, sono la superpotenza.
Volete sapere come andrà a finire? Malizioso Ugo Tramballi: «La vera sconfitta di questa campagna, comunque finirà martedì sera, è Hillary Clinton. Ha interpretato il potere del sistema al quale appartiene quasi ininterrottamente dall’11 genaio1983 […].
Un partito democratico ormai in gran parte estraneo alle sue origini di classe (e parliamo sempre degli Usa).
Ma perché tanti voti popolari a Trump?
Il partito democratico (americano ma non solo) ha smesso da tempo di considerare i lavoratori la propria base elettorale e ha contribuito a rendere più deboli e subalterne le loro organizzazioni. Come ha scritto molto bene Thomas Frank, «se tanta parte della classe operaia è finita in braccio prima a Reagan e poi a Trump è anche perché quelli che erano i loro referenti storici ce l’hanno buttata».
Eppure non sarebbero irrecuperabili, osserva Alessandro Portelli sul Manifesto: «i sondaggi mostravano che almeno una parte degli elettori di Trump sarebbe stata disponibile a votare per Sanders, che se non altro dava l’impressione di parlare anche a loro e gli diceva cose molto diverse da Trum».
Libertà solo accademiche
C’è una memorabile battuta di Pogo, lo storico cartoon di Walt Kelly: «Certo che sono a favore delle libertà accademiche. La mia libertà è esclusivamente accademica!».
L’America dei diritti reali e l’America dei diritti solo ‘accademici’ che alla fine si attacca al solo diritto certo, che è quello di possedere un arma.
Titolo del Corriere della sera
«Ohio, fabbriche chiuse e stipendi ridotti. Trump soffia sul fuoco degli scontenti».
E sembra ottenere risultato sorprendenti (e preoccupanti).
Ma non è solo America l’allontanamento crescente di sempre più cittadini dalle istituzioni della democrazia. Altro che Leopolda...

(RemoContro)

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