Rahama Sadau, giovane attrice nigeriana censurata per un abbraccio...








Lei è un'attrice. Si chiama Rahama Sadau. Giovane, bella, regina indiscussa di Kannywood. Per inciso: Kannywood è l'industria cinematografica della Nigeria settentrionale, diffonde film soprattutto in lingua Hausa (ma anche Hindi, kanuri e nupe) e racconta i territori del nord, quelli dominati dal Califfato di Boko Haram. Kannywood è l'altra faccia, quella più povera e più debole, di Nollywood, principale settore di produzione filmo-grafica del sud del paese.
Quella di Rahama Sadau è una storia che deve far riflettere. In questi giorni è stata praticamente bandita con l'accusa - mossa dalla Motion Pictures Practitioners Association of Nigeria (Moppan), l'associazione che riunisce attori, registi, tecnici e chiunque operi nel mondo della cinematografia negli Stati del nord - di aver assunto un comportamento "immorale" e "ribelle". O almeno così lo ha definito il presidente di Moppan, Muhammadu Kabiru Maikaba.
La pietra dello scandalo è un video musicale girato da un giovane rapper nigeriano, nome d'arte: ClassiQ. La canzone si intitola "Ti Amo" e nel filmato il ragazzotto si abbraccia non più di due o tre volte con Rahama. Un gesto affettuoso, mentre la giovane attrice gioca con un fiore tra le dita. Niente di più casto, vergine, illibato. Eppure cotanto affetto ha mandato su tutte le furie l'industria cinematografica del nord, comunemente sotto il fuoco dei musulmani radicali che già in passato non lesinarono critiche su alcuni film considerati offensivi dei valori della comunità.
Ebbene questo è bastato per stroncare la carriera di un'attrice tra le più premiate in Nigeria. Rahama non era e non è una qualunque, anzi. È stata colpita, evidentemente, per dare un segnale forte e plateale a tutte le giovani donne nigeriane. In un momento peraltro in cui bambine e ragazze sono sempre più spesso merce di scambio dai trafficanti di esseri umani e, nel peggiore dei casi, impiegate come bombe umane nei mercati rurali da Boko Haram.
Questo è il più grande errore che un'autorità politica possa commettere e il presidente Buhari ha l'obbligo morale di farsi sentire. La guerra sul terreno è infatti solo uno dei tanti fronti aperti per riportare il paese alla normalità. Forse il più effimero, perché la sensazione è che nonostante le incursioni di Amisom e le pesanti perdite del Califfato di Borno, il radicalismo continui comunque ad ottenere grandi consensi, specie tra chi avrebbe invece il compito di sensibilizzare la "ummah".
Sarebbe opportuno riflettere sul perché quella che nacque come una ribellione locale condotta da Mohammed Marwa in circa vent'anni si sia trasformata in una rivolta pan-saheliana in grado di intercettare gli umori di centinaia di giovani. Di fronte a queste mutazioni sociali è evidente che la sola deterrenza non può più bastare, serve un'inversione di rotta.
Rahama Sadau, a modo suo, la stava segnando. Ma è stata fermata. E le promesse fatte da Buhari poco dopo il suo insediamento oggi non sembrano altro che polvere negli occhi dei nigeriani...

(L'Huffington Post)

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