Iraq, al via offensiva per liberare Mosul dall'Is. Onu: si rischiano scudi umani...






"L'ora della vittoria è arrivata e le operazioni per liberare Mosul sono iniziate". Così il premier iracheno Haider al-Abadi ha annunciato, con un discorso alla nazione trasmesso dalla televisione, l'inizio della lungamente attesa offensiva per liberare la seconda città del Paese controllata dallo Stato Islamico.
Nel discorso, rivolto principalmente ai civili residenti nella città sunnita, dove abitavano 2 milioni di persone prima del conflitto e prima della fuga di gran parte della popolazione appartenenti ad altre religioni, al Abadi ha affermato che questa battaglia sarà decisiva per la lotta contro l'Is che sarà scacciato dall'Iraq entro la fine dell'anno.


"Molto presto saremo insieme a voi a sventolare la bandiera dell'Iraq, dobbiamo venire da voi e salvarvi dal terrorismo", ha detto ancora il premier, assicurando alla popolazione di Mosul che solo l'esercito regolare e la polizia entreranno nella città. Un modo implicito per assicurare che le controverse milizie sciite, che hanno avuto un ruolo chiave nell'offensiva del governo, non entreranno in città.
"Presto, se Dio vuole, noi ci incontreremo sul suolo di Mosul per festeggiare la sua liberazione insieme - ha concluso il premier - e noi riprenderemo a vivere insieme, tutte le religioni e tutte le sette, in uguaglianza, amandoci e cooperando tra di noi". Poche ore prima dell'annuncio dell'offensiva, al-Abadi ha incontrato il capo dell'agenzia dell'Onu per i rifugiati, Unhcr, per analizzare piani per l'accoglienza dei profughi in fuga dal conflitto. Gruppi per l'assistenza umanitaria hanno avvisato del rischio di una nuova possibile crisi umanitaria, con l'Unhcr che ha stimato che dalla città potrebbero fuggire dalla città circa 700mila civili.
Le Nazioni Unite esprimono "estrema preoccupazione" per la popolazione, circa 1,5 milioni di persone, che vive nella città irachena di Mosul. "Decine di migliaia di bambine irachene, di bambini, di uomini e donne potrebbero subire un assedio o essere utilizzati come scudi umani", afferma in una dichiarazione il responsabile delle operazioni umanitarie dell'Onu, Stephen O'Brien. "Migliaia di persone - ha detto - potrebbero rimanere intrappolate nei combattimenti" e "a seconda dell'intensità e del raggio degli scontri, nello scenario peggiore, fino a un milione di persone potrebbero essere costrette ad abbandonare le proprie case"...
(Adnkronos)

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