IL PUNTO DELLA SITUAZIONE OGGI IN SIRIA...




Ancora bambini tra le vittime dei bombardamenti su Aleppo, l'Ue condanna e parla di crimini di guerra mentre la Russia annuncia una tregua di 8 ore per giovedì



Un riassunto degli sviluppi odierni della situazione in Siria, con la quotidiana conta delle vittime dei bombardamenti su Aleppo, l'annuncio di una tregua di otto ore da parte dei russi per consentire l'evacuazione dei quartieri orientali della città, la condanna dell'Unione europea che parla apertamente di crimini di guerra perpetrati dalle forze russe e siriane, la notizia poi smentita di un'autobomba in un'area sciita a sud di Damasco e il prossimo afflusso di profughi iracheni in fuga dall'offensiva su Mosul.
Ancora bambini tra le vittime dei bombardamenti su Aleppo
Quattordici membri della stessa famiglia sono rimasti uccisi oggi in un raid aereo nella parte orientale di Aleppo, quella in mano ai ribelli, mentre prosegue l’offensiva del governo siriano e dei suoi alleati per ottenere il pieno controllo della città settentrionale.
Una lista dei decessi pubblicata dalla Syrian Civil Defence (i volontari della protezione civile che operano nelle aree in mano ai ribelli in tutto il paese) contiene anche i nomi di diversi bambini, tra cui due neonati di appena sei settimane e altri sei bambini sotto l’età di otto anni.
I cosiddetti caschi bianchi hanno anche riferito che il raid è stato compiuto da aerei russi.
I militari russi e siriani hanno sempre negato di aver volutamente colpito dei civili e affermano che i loro obiettivi sono unicamente i miliziani ribelli.
Infatti, Damasco ha fatto sapere che nella giornata di oggi sono stati colpiti diversi obiettivi in tre aree di Aleppo e che sono stati uccisi sette “terroristi”. Il governo si riferisce a tutte le fazioni ribelli come gruppi terroristici.
L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha invece riferito che durante la notte tra domenica e lunedì sono state uccise altre 17 persone nel quartiere di al-Qarterji, inclusi cinque bambini.
La condanna dell’Unione europea
I ministri degli esteri dei paesi membri dell’Unione europea si sono riuniti oggi in Lussemburgo e hanno diffuso una dichiarazione congiunta, promossa innanzitutto da Francia, Germania e Regno Unito, nella quale condannano i bombardamenti dell’aeronautica siriana e di quella russa sui quartieri di Aleppo controllati dai ribelli.
In particolare, la dichiarazione accusa la Russia di aver deliberatamente colpito ospedali, personale medico, scuole e infrastrutture essenziali. Inoltre, sostiene che l’uso di barili bomba, bombe a grappolo e armi chimiche potrebbe essere riconosciuto come crimine di guerra
I ministri degli esteri dei 28 membri dell’Ue si riuniranno ancora giovedì per decidere su passi ulteriori, anche se eventuali sanzioni, contro la Russia e contro la Siria, devono essere approvate da tutti i paesi membri.
Tregua di otto ore per Aleppo
Nel frattempo, il ministro della Difesa russo ha annunciato che le forze armate russe e siriane sospenderanno la loro offensiva contro i ribelli di Aleppo per consentire ai civili e agli stessi miliziani di lasciare la città.
La tregua durerà otto ore ed entrerà in vigore giovedì 20 ottobre.
Mosca ha declinato gli inviti dei governi occidentali a implementare un cessate il fuoco duraturo, sostenendo che una tregua del genere consentirebbe ai ribelli islamisti all’interno della città di riorganizzarsi, riferendosi in particolare al Jabhat Fateh al-Sham, ex Fronte al-Nusra ed ex affiliato siriano di al-Qaeda.
Autobomba a sud di Damasco
L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha anche dato notizia dell’esplosione di un’autobomba in un sobborgo meridionale di Damasco, Sayeda Zeinab, dove si trova un importante santuario sciita.
Secondo quando ha riferito il gruppo, l’esplosione è avvenuta nei pressi di un checkpoint usato dall’esercito siriano e dai suoi alleati e ha causato delle vittime.
Tuttavia, Hezbollah, la milizia sciita libanese scesa in campo al fianco del presidente siriano Bashar al-Assad, ha negato che l’attacco sia mai avvenuto.
L’area in precedenza è stata spesso oggetto di attentati mortali, l’ultimo dei quali in giugno rivendicato dall’Isis.
I profughi iracheni in fuga da Mosul
Intanto l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati ha lanciato l’allarme sul possibile afflusso in Siria degli iracheni in fuga dalla città di Mosul, dove è in corso la tanto attesa offensiva per espellere il sedicente Stato islamico da quella che è la sua capitale dal 2014.
Potrebbero essere sino a 100mila i profughi che tenteranno di raggiungere la vicina Siria e la Turchia, e che avranno bisogno del sostegno della comunità internazionale...
(The Post Internazionale)

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