Cristiani e yazidi: cacciato l'Isis vogliamo l'auto-governo a Mosul...




Le minoranze religiose vogliono garanzie di non subire ancora crimini e persecuzioni



Quale futuro per Mosul e la provincia di Ninive?
Una volta liberata la seconda città dell'Iraq dallo Stato Islamico il problema si porrà. E tra i soggetti in campo ci sono  le minoranze  cristiane, yazide e shabak (un piccolo gruppo etnico religioso che parla un dialetto usato nel nord-ovest dell'Iran e pratica lo shabakismo, una religione che è un mix di cristianesimo, islam e yazidismo) vogliono garanzie che sul fatto che Baghdad conceda loro l'auto-governo di Mosul e del governatorato di Ninive.
La questione è tutt'altro che tranquilla: con il Kurdistan iracheno che è già di fatto uno stato nello stato, Baghdad è molto attenta a non favorire uno sgretolamento: "La domanda delle minoranze per l'autonomia nella provincia di Ninive non porterà alla divisione dell'Iraq" ha detto Joseph Slewa, deputato cristiano nel parlamento iracheno, che ha aggiunto: "E' un diritto costituzionale governare il nostro territorio."
Slewa ritiene che le fazioni politiche irachene consentiranno di l'idea di dare Ninive poteri di auto-governo una volta che comprenderanno che non si è di fronte a una minaccia per l'integrità territoriale del paese: "La gente di Mosul hanno diritto all'autodeterminazione, ma fino a quando Mosul e il suo popolo non saranno stati liberato non possono decidere.
Ad ogni modo alcune solide garanzie di tutela sono indispensabili per i cristiani affinché tornino nelle loro case dopo la sconfitta dello Stato Islamico. I cristiani (e le altre minoranze) vogliono da un lato l'autonomia e dall'altro una protezione internazionale per evitare nuovamente in futuro che si ripetano abusi e crimini...

(Globalist)

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