Tova Saul, la donna che salva i gatti a Gerusalemme...






A Gerusalemme tutti la conoscono come la “signora dei gatti”. In Italia diremmo più semplicemente la gattara. La fama di Tova Saul si è diffusa un po’ ovunque perché lei, per il bene dei suoi amici pelosi, non ha paura di recarsi anche nelle zone dove gli altri ebrei tendono a non andare. Sono troppo pericolose, il clima è troppo teso. Ma non per lei. 

Da più di due decenni si prende cura dei gatti, li ha curati e sterilizzati. Una sfida praticamente impossibile in un territorio dove le politiche di controllo delle nascite sono ormai trascurate da tempo (qualche decennio fa si ricorreva al veleno) e il clima mite e la presenza di rifiuti abbondanti ha portato la popolazione dei felini randagi a 100mila esemplari nella sola Gerusalemme. 



Saul è arrivata in Israele negli anni ’80 dagli Stati Uniti e fin da subito si è occupata del problema dei gatti. In un anno riesce anche a catturare e sterilizzare 600 gatti. Ed è come se ne salvasse almeno qualche migliaia visto che ogni anno una gatta può partorire anche due o tre volte, con due o tre cuccioli per parto. 

«Molti di questi gattini muoiono dopo un molte sofferenze, senza che nessuno si prenda cura d loro. Passano in strada senza fare nulla, li guardano piangere in cerca delle loro madri, spesso mangiate vive dalle pulci» racconta all’Afp che ha dedicato un servizio alla sua storia. 

L’anno scorso ha speso 15.000 dollari (circa 12.800 euro). Di questi solo la metà li ha raccolti con donazioni. Il resto lo ha speso di tasca propria. Soldi che ha guadagnato facendo la guida turistica e con la gestione di un Airbnb. 



Lei, ebrea ortodossa, non ha paura a entrare nel quartiere musulmano. Spesso lo fa al mattino presto, fra le quattro e le cinque, quando le strade sono deserte. Può capitare che qualcuno la fermi e le chieda che cosa sta facendo. Lei, israelo-statunitense, conosce solo una frase in arabo che pronuncia anche in maniera stentata: «Allah e Maometto vogliono che i grandi uomini siano gentili e premurosi con gli animali». Parole che spesso vengono accompagnate da risposte di approvazione e ringraziamenti.  



Non sempre le va bene. Proprio mentre era accompagnata dal giornalista dell’Afp tre ebrei ultra-ortodossi le hanno chiesto che cosa stesse facendo e sentita la sua risposta le hanno detto: «I nazisti si comportavano esattamente così: Hitler ha baciato il suo cane e allo stesso tempo mandava le persone nei forni crematori». Lei risponde: «Ora gli ebrei danno del nazista agli altri ebrei?» .Da lì ne è nata una discussione e Saul è finita con gli altri tre alla stazione di polizia. Il tempo di chiarire l’accaduto e lei è tornata in strada dai suoi gatti. Come ogni notte, senza paura di nessuno. 



(La Stampa Mondo)

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