Un secolo di bombe sui curdi dalle spartizioni coloniali...




QUASI UN SECOLO DI BOMBE SUL KURDISTAN: il primo capitolo delle vicende moderne di uno dei popoli più bombardati della storia. Dopo gli inglesi negli anni Venti del secolo scorso, ci furono campagne aeree turche, irachene, iraniane e siriane, fino alle attuali. Le bombe della Raf nel 1920, migliaia di voli e tonnellate di bombe, comprese quelle chimiche all’iprite. Utile promemoria sul pasticcio coloniale da cui nascono gli attuali Iraq e Siria, e molti dei guai in corso

Di Giovanni Punzo

Alla fine dell’impero ottomano, tra i regni nati dopo la grande rivolta araba, vi fu anche quello iracheno. Il sovrano imposto dagli inglesi fu Faysal ibn al-Husayni (1885-1933), che – proclamato in precedenza re di Siria – era stato però cacciato dai francesi quando assunsero ufficialmente il mandato internazionale sul paese. Faysal, già capo della rivolta araba contro i turchi durante la Prima Guerra mondiale (per sostenere la quale gli inglesi avevano inviato il tenente T.E. Lawrence), aveva partecipato senza successo alle trattative di Versailles per ottenere una Grande Siria, comprendente cioè il Libano, l’attuale Giordania e parte dell’Iraq. All’oscuro però delle trattative che si erano svolte tra Francia e Inghilterra sulla spartizione del Medio Oriente, si trovò a occupare il trono di Siria nell’aprile del 1920 per esserne però
deposto nel luglio dello stesso anno all’arrivo dei francesi.

Faysal ibn al-Husayni, futuro Re dell’Iraq alla trattativa di Versailles.
Nel marzo 1921, al congresso del Cairo, gli inglesi proposero allora la candidatura di Faysal per l’Iraq, paese che nella spartizione era stato assegnato a loro, rinunciando formalmente al pieno mandato di governo e costituendo una sorta di regno indipendente soggetto tuttavia al protettorato britannico.
Lo sceicco Mahamud Barzanj
Con un sovrano arabo discendente dallo sceriffo della Mecca sul trono gli inglesi posero fine all’instabilità irachena che negli anni precedenti aveva dato luogo ad una ad un’ampia rivolta domata soprattutto con un massiccio ricorso all’arma aerea. In questo quadro si colloca una delle prime rivolte curde del XX secolo e cioè quella capeggiata dallo sceicco Mahamud Barzanj, nominato in un primo tempo dagli inglesi governatore del Curdistan meridionale, ovvero grossomodo l’attuale Curdistan iracheno.
Barzanj, reclamando per i curdi un proprio stato, si era autoproclamato sovrano di un nuovo regno, ma – dopo un breve periodo dal maggio al giugno del 1919 – fu catturato degli inglesi ed esiliato in India. Le prime esperienze di impiego della Raf fuori dai confini europei dopo la prima guerra mondiale si svolsero in questo contesto consistendo prima in voli di ricognizione e poi in bombardamenti e mitragliamenti dei villaggi ribelli. L’impegno militare per l’epoca fu notevole, ma soprattutto di natura nuova in quanto l’aviazione si rivelò molto più efficace delle truppe coloniali che sarebbero comunque dovute arrivare dall’India sguarnendola in modo pericoloso. In totale, alla fin di quella che fu definita la rivolta della Mesopotamia, le ore di volo furono più di quattromila e un migliaio e tonnellate di bombe sganciate anche sugli arabi, dato che in tutto il paese la situazione si normalizzò dopo il 1924.


Molto più controversa ancora oggi è un’altra questione: da numerose testimonianze risulta infatti che la Raf ricorse all’impiego di armi chimiche come l’iprite. Benché alcuni storici abbiano sostenuto il contrario, o al massimo l’impiego di gas lacrimogeni, assolutamente certo risulta invece l’impiego di armi incendiare, altrettanto devastanti e che comunque non consentivano il rientro della popolazione civile nei villaggi dopo il loro impiego. Resta il fatto che nel 1923 Lionel Charlton (1879-1958), che aveva assolto fino a quel momento l’incarico di capo di stato maggiore del Raf Iraq Command, si dimise clamorosamente per protestare contro il trattamento della popolazione civile. Sir Charlton abbandonò il servizio definitivamente cinque anni dopo...

(RemoContro)

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