L'Unicef sullo Yemen: sta diventando una nuova Siria...




Il paese è il più povero del Medio Oriente e tra i più poveri al mondo: all'80% dei bambini servono aiuti umanitari



di Ambra Notari

Diecimila morti in 18 mesi di guerra civile in Yemen. Annunciandolo, il coordinatore Onu per i diritti umani Jamie McGoldrick ha specificato che la cifra si basa su dati ufficiali forniti dalle strutture mediche del Paese, e che quindi potrebbe essere molto più vasta, considerato che in alcune regioni, anche molto grandi, non ci sono né ospedali né ambulatori, e le vittime sono seppellite dalla famiglie.
"Lo Yemen rischia di diventare la nuova Siria, per intensità e potenza del conflitto", denuncia Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia. "Da mesi segnaliamo la violenza e la crudelta' di quanto sta accadendo, ma l'opinione pubblica non ha recepito il messaggio". Il Paese, spiega Iacomini, è il più povero del Medio Oriente e tra i più poveri al mondo: secondo il rapporto Unicef di agosto, nel solo 2015 oltre 900 bambini sono stati uccisi e più di 1.300 sono rimasti feriti: cifre quasi 7 volte superiori rispetto a quelle dell'anno precedente. "A oggi l'80 per cento dei bambini yemeniti - circa 10 milioni - ha bisogno di aiuti umanitari. Tanti sono gravemente malnutriti, moltissimi contraggono malattie che si sarebbero potuto prevenire e curare. Si calcola che ogni anno 40 mila bambini muoiano prima del quinto compleanno".
 "L'opinione pubblica si è molto indignata a metà agosto quando una scuola di Saada, nel nord, è stata bombardata, uccidendo 10 bambini e ferendone 28. L'indignazione è durata 24 ore, poi ci si concentrati sul altro". Iacomini parla di mattanza, di azioni contrarie a ogni norma del diritto internazionale, ma sottolinea che, nonostante tutto, Unicef ha distribuito 2,5 milioni di vaccini contro morbillo e rosolia e 4,5 milioni contro la polio; portando l'acqua a 3,5 milioni di yemeniti. Purtroppo, molte zone cominciano a diventare difficilmente accessibili, "come Taiz e Sana'a. I bombardamenti si fanno sempre più intensi: credo manchi poco alla necessità di istituire corridoi umanitari. Tra strutture scolastiche e sanitarie, si contano 120 edifici rasi al suolo, cibo e carburante arrivano a intermittenza. La situazione e' disastrosa, ci sono in gioco interessi tra poteri esteri e religiosi: i filo iraniani sono sciiti, i filo sauditi sono sunniti".
 Due giorni fa un attacco kamikaze in Yemen, rivendicato dall'Isis, ha provocato 71 morti e un centinaio di feriti. "In Yemen ci sono forti sacche di insediamento del sedicente stato islamico, che utilizza anche bambini come kamikaze. La zona ha registrato anche un'alta presenza di Al Qaeda, ma ora è l'Isis a farla da padrona". "Chiediamo all'opinione pubblica, alla stampa, ai grandi media di non dimenticare questa guerra: solo parlandone possiamo farne capire la portata. Poi, chiediamo che le parti in conflitto rispettino il diritto internazionale bellico e interrompano gli attacchi contro la popolazione e le infrastrutture. Il reclutamento dei minori nei combattimenti deve finire subito: da marzo, sappiamo di 800 bambini coinvolti a vario titolo: devono essere tutti rilasciati. Ancora, le parti in conflitto devono garantire ovunque accesso umanitario senza ostacoli. E poi servono fondi: per ora abbiamo ricevuto solo il 18 per cento dei 180 milioni di dollari richiesti per il 2016. Se non si interviene subito, lo Yemen è uno Stato destinato a fallire. Non scopriamolo solo quando sarà troppo tardi".

 (Globalist)

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