Soldati americani: più suicidi che morti sul campo...



di Luca Marchesini 

La guerra uccide anche quando si è smesso di combatterla. Nell'ultimo anno il numero dei morti in battaglia è stato superato da quello dei soldati che hanno deciso di togliersi la vita.



Il ritiro dai teatri di guerra dell'Afghanistan e dell'Iraq ha determinato una drastica riduzione delle cifre relative a morti e feriti tra i soldati statunitensi. Secondo un rapporto pubblicato la settimana scorsa dal Dipartimento della Difesa però, il numero di soldati che decidono di farla finita non accennna a diminuire. Non sembra dunque esserci correlazione immediata e diretta tra l'impiego in combattimento ed il tasso di suicidi. Le ferite dello spirito continuano però a sanguinare a distanza di tempo, anche a 10 mila chilometri dai campi di battaglia.
L'anno scorso sono stati 475 i soldati in servizio a togliersi la vita, a fronte di 127 militari caduti sul campo, secondo i dati riportati dal sito icasualties.org che tiene il conto dei morti dai tempi della seconda guerra irachena. Un numero così basso di caduti in battaglia non lo si registrava dal 2008.
Il problema dei suicidi tra i militari non è nuovo; se ne parla con insistenza dal 2001, quando le guerre della presidenza Bush richiesero lo spiegamento sul campo di decine di migliaia di soldati. La politica e i legislatori si sono però mossi con lentezza e non sono mai riusciti ad arginare il fenomeno. Secondo un rapporto dell'Institute of Medicine, il Dipartimento di Stato e quello dei veterani dovrebbero migliorare le loro politiche di prevenzione, organizzando un sistema di supporto e di raccolta dati capace dirafforzare l'efficiacia dei trattamenti.
Allo stato attuale, infatti, i protocolli di diagnosi si basano sulla somministrazione di un questionario a domande dirette che dovrebbe evidenziare la presenza di sintomi del PTSD, il disordine post-tramautico da stress all'origine di molti episodi di violenza e di autolesionismo tra i veterani, il suicidio compreso. Lo strumento, predisposto dal National Institute for Mental Health, è però noto per la sua inefficacia. “Il questionario - afferma il dott. Craig Bryan, ex psicologo dell'aviazione e docente del National Center for Veteran Studies - è autosomministrato e quando la domanda comporta uno stigma, non è difficile mentire”.

Foto: Dave Brightwell, Flickr

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