'Jihad John' e gli altri: quanti sono e da dove vengono gli europei che combattono per l'IS....





Di Luca Lampugnani

Quanta Europa c'è nella brutale avanzata dello Stato Islamico? Tanta, forse troppa. Al di la di tutte le più stupide e strampalate teorie del complotto, l'ultima prova di questo preoccupante connubio potrebbe essere il video, diffuso qualche giorno fa, dell'esecuzione di James Foley, giornalista americano rapito in Siria nel novembre del 2012. Secondo gli esperti, così come ritengono un gran numero di osservatori, l'accento del boia di Foley - così come il nome cui sembra rispondere, John - è infatti decisamente british, talmente inglese che, scrive il Guardian, non è da escludere che l'uomo in questione arrivi proprio da Londra.

Ad ulteriore supporto di questa tesi, non mancano poi le testimonianze. Come riportato dal già citato quotidiano inglese, un ex ostaggio, prigioniero dell'IS a Raqqa per almeno un anno, avrebbe confermato la provenienza europea del boia, descritto come un uomo intelligente, a capo o comunque figura fondamentale per un gruppo di jihadisti che nella stessa Raqqa svolgono il compito di carcerieri dei sequestrati. E oltre a John - rinominato dai media 'jihad John' -, gli inglesi coinvolti nella stessa attività sarebbero almeno altri tre, tanto che gli ostaggi, sempre stando alle dichiarazioni dell'uomo intervistato dal Guardian, li hanno ormai soprannominati "Beatles".
Tuttavia, nonostante la grande risonanza che sta avendo il caso Foley e tutto quanto ne consegue, il problema dei "foreign fighters", nome con cui sono indicati i militanti occidentali tra le fila dell'estremismo islamico, non è certo solo inglese. Secondo gli ultimi dati diffusi dall'Eu Counter-terrorism, infatti, sono ad oggi più di 2 mila i cittadini del Vecchio Continente che, soprattutto giovani e giovanissimi, in larga parte musulmani, sono combattenti attivi del fanatismo religioso islamico tra Iraq e Siria. Indottrinate dalla propaganda on-line, strategia comunicativa dell'estremismo che passa soprattutto attraverso i social network, queste persone sono nella maggior parte dei casi dei veri e propri trofei per i gruppi cui si uniscono, sfruttati poi mediaticamente come schiaffo a quell'Occidente da cui provengono.

Entrando nel dettaglio dei numeri - probabilmente al ribasso, vista la recente facilità con cui i militanti stranieri giungevano in Siria attraverso il confine turco -, i combattenti della jihad inglesi sarebbero almeno 500, secondi solo ai francesi che, ad oggi, si ritiene siano poco al di sotto del migliaio - seguono i belgi, stando alle stime tra le 200 e le 300 persone. E, benché la maggior parte siano uomini, non mancano certo le donne, almeno il 16% dei combattenti totali secondo Gilles De Kerchove, a capo dell'EU Counter-terrorism.

(International Business Times)

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