Ebola, i 10 virus più mortali L'Hiv uccide quasi 2 milioni di persone. L'epatite 600 mila. E l'influenza 500 mila. Ecco tutte le infezioni più pericolose....





In Africa l'ebola avanza inarrestabile.
Secondo l'ultimo comunicato dell'Organizzazione mondiale per la sanità (Oms), il virus ha colpito finora 1.323 persone, causando 726 morti dall'inizio dell'epidemia, di cui 57 solo negli ultimi quattro giorni.
Nigeria, Sierra Leone, Liberia e Guinea hanno registrato casi d'infezione, provocati da microrganismi invisibili a occhio nudo e difficili da definire, eppure letali. E sempre più forti.
FORTE AGGRESSIVITÀ. Tutti i virus, ebola compreso, sono strutture biologiche di confine tra il vivente e il non vivente, talmente piccole da non possedere tutte le funzioni necessarie alla propria riproduzione. Per questo, per moltiplicarsi, hanno bisogno di penetrare nelle cellule di altri organismi e infettarli fino a provocare l'insorgenza di gravi malattie, che nei casi più gravi conducono alla morte dell'ospite.
INFEZIONI INCURABILI. La maggioranza delle infezioni da virus, secondo l'Associazione italiana per la ricerca sui virus (Airv), è incurabile. Gli antibiotici, efficaci contro i batteri, non hanno infatti nessun effetto. Le armi a disposizione della medicina sono poche, perché è molto difficile aggredire le cellule infette senza danneggiare anche quelle sane.
E se i vaccini permettono la prevenzione, preparando il sistema immunitario a reagire prontamente in caso d'infezione, ne esistono pochissimi rispetto al numero di 'nemici' in agguato e alle loro continue mutazioni.
CRITERI DI PERICOLOSITÀ. Ma in base a quali criteri viene classificata la pericolosità dei virus?
La comunità scientifica ne ha elaborato alcuni, come il numero di morti provocati ogni anno, il tasso di mortalità (l'incidenza dei morti sul numero di malati), il tasso di riproduzione (misura la capacità di trasmissione) e il tempo d'incubazione.
Ecco quali sono i virus più pericolosi che si siano mai manifestati finora, ordinati sulla base di due differenti caratteristiche: il numero di morti provocati ogni anno e il tasso di mortalità, secondi i dati dell'Oms.

I cinque virus più pericolosi per numero di morti ogni anno

1. Hiv: uccide quasi 2 milioni di persone

Il virus dell'Hiv è in grado di provocare ogni anno tra 1,6 e 1,9 milioni di morti. Negli ultimi tre decenni ha ucciso più di 25 milioni di persone.
L'antenato della forma che colpisce gli esseri umani è nato tra i 5 e i 12 milioni di anni fa, tra le grandi scimmie africane. La mutazione letale per l'uomo si è sviluppata però solo nel corso del 900.
In tutto il mondo, secondo le cifre diffuse dall'Oms, i malati di Aids sono circa 34 milioni, e la maggior parte vive nell'Africa sub-sahariana (circa il 69%).
Il virus presenta diverse modalità di trasmissione: sessuale, ematica e verticale (madre-figlio). La più diffusa (85%) è quella sessuale, seguita dal contatto con sangue o emoderivati infetti. Nei Paesi in via di sviluppo è particolarmente rilevante la trasmissione verticale, che può avvenire durante la gravidanza, durante il parto e infine anche nel corso dell'allattamento.

2. Epatite: solo la variante B stronca 600 mila individui

Un milione di persone muore ogni anno a causa di tutti i tipi di epatite.
La sola epatite B provoca la morte di 600 mila individui, e ha una capacità infettiva superiore di 50-100 volte rispetto alle altre varianti. Circa 350 sono le vittime dell'epatite C, e circa 70 mila quelle dell'epatite E.

3. Influenza: 500 mila morti

Nonostante i molti vaccini disponibili, utilizzati da 60 anni, il virus dell'influenza è ancora in grado di uccidere tra le 250 mila e le 500 mila persone ogni anno. Gli anziani e gli individui già affetti da altre patologie sono quelli più inclini a soccombere.

4. Papilloma virus: 275 mila decessi

Il Papilloma virus umano (Hpv), pur non provocando infezioni fatali, è responsabile di quasi tutti i tumori cervicali, in circa il 99% dei casi. Pertanto, il virus Hpv, che si sviluppa attraverso il rapporto sessuale, arriva a uccidere circa 275 mila persone ogni anno.

5. Rabbia: fatale per 55 mila infetti

La rabbia è una malattia mortale causata da un virus che si trasmette mediante il contatto con la saliva degli animali infetti, di solito tramite il morso. A causa della rabbia muoiono circa 55 mila persone ogni anno.
Tra gli animali maggiormente a rischio di trasmissione del virus ci sono i pipistrelli, i coyote, le volpi, i procioni e le puzzole.
Nei Paesi in via di sviluppo dell’Africa e del Sud Est asiatico, tuttavia, sono i cani randagi le fonti più probabili di contagio.

I cinque virus più pericolosi per tasso di mortalità

1. Ebola: uccide il 90% dei malati

Il virus ebola, in particolare il ceppo Zaire, che provoca una letale febbre emorragica e che sta dando vita negli ultimi mesi all'epidemia più grave mai registrata nel corso della storia, ha un tasso di mortalità del 90%. Vale a dire che provoca la morte di nove malati su 10, a causa dell'assenza di qualsiasi trattamento o cura possibili.
Il virus ha fatto tradizionalmente la sua comparsa ciclicamente, specie nei villaggi poveri ai margini delle foreste, ma nel 2014 ha raggiunto anche alcune metropoli africane, come Lagos, la capitale della Nigeria.

2. Marburg virus: fino all'88% di pazienti deceduti

Molto simile all'ebola dal punto di vista clinico, il Marburg virus ha preso il nome dall'omonima città tedesca, dove fu isolato nel 1967 a seguito di un’epidemia di febbre emorragica verificatasi tra il personale di un laboratorio addetto alle colture cellulari, che aveva lavorato con reni di scimmie verdi ugandesi (Cercopithecus aethiops).
In quell'occasione si ammalarono 37 persone, e altri episodi simili si sono verificati a Francoforte e a Belgrado. Il tasso di mortalità di questo virus va dal 24% all'88%.

3. Henipavirus: il 50% degli infetti non sopravvive

L'Henipavirus è un genere di virus cui appartengono tre specie: Hendra, Nipah e Cedar. Come per l'ebola, ospiti naturali degli Henipavirus sono i pipistrelli.
Le diverse specie sono in grado di causare malattie mortali in un gran numero di ospiti, come animali domestici ed esseri umani.
La variante Nipah ha fatto la sua comparsa solo nel 2012, e da allora non ha provocato vittime umane.
Le altre due, invece, sono risultate particolarmente letali per l'uomo, con un tasso di mortalità che va dal 50 al 100% dei casi.

4. Lassa virus: uno su due non sopravvive

Il virus Lassa causa una febbre emorragica acuta, nota come «febbre di Lassa», descritta per la prima volta nel 1969 nella città della Nigeria.
L'infezione è endemica in Paesi dell'Africa occidentale, e causa circa 5 mila morti ogni anno, con un tasso di mortalità superiore al 50%.
Focolai della malattia sono stati osservati, oltre che in Nigeria, pure in Liberia, Sierra Leone, Guinea e Repubblica centrafricana, ma si ritiene che infezioni umane si siano verificate anche nella Repubblica democratica del Congo, Mali e Senegal.
L'animale che ospita principalmente il virus è un topo indigeno dell'Africa sub-sahariana. Una volta infettato l'organismo umano, sono attaccate le cellule di tutti i tessuti.

5. Lyssavirus: l'infezione è sempre fatale

Il Lyssavirus comprende non solo il virus della rabbia, ma alcuni altri virus come il Duvenhage e il Mokola. Anche se solo un numero limitato di casi d'infezione negli esseri umani è stato segnalato, quelli riportati sono sempre stati fatali.
I pipistrelli sono il vettore di tutte le specie di Lyssavirus, ad eccezione del Mokola, isolato in Africa in alcuni gatti domestici che presentavano sintomi associati alla rabbia.
Venerdì, 01 Agosto 2014
(Lettera 43)

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