Crisi Ucraina, filorussi: chi comanda...





Donetsk è in mano al duo Pushilin-Borodai. Ma l'uomo chiave è Strelkov. Ex agente dei servizi militari. Vicino a Mosca.

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da Odessa

L'11 agosto le Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk compiono tre mesi di vita. Novanta giorni sono passati dai referendum per l’indipendenza tenutisi a maggio. Quelli programmati per l’annessione a Mosca, sul modello della Crimea, sono andati invece persi, un po’ perché lo stesso Vladimir Putin aveva sconsigliato la cosa, un po’ perché la crisi militare stava già sopravvenendo, superando quella politica.
Denominata Ato dal governo di Kiev, la cosiddetta Operazione Antiterrorismo è sfociata in un vero e proprio conflitto armato. Novanta giorni di guerra hanno dimostrato in vario modo il legame tra la galassia separatista ucraina e la Russia, simboleggiato dai vari leader alla testa sia di alcuni gruppi armati, sia delle nuove strutture istituzionali, o comunque considerate tali, delle due entità del Donbass che la comunità internazionale non riconosce.
GUBAREV, ARRESTATO E RILASCIATO DALL'SBU. Durante la prima fase separatista spontanea, quella immediatamente successiva al crollo a febbraio del regime di Victor Yanukovich, è stato Pavel Gubarev, autonominatosi governatore e comandante della milizia popolare dopo le prime occupazioni a Donetsk, a guidare il movimento filorusso nel Donbass. Ucraino, panslavista con il cuore a Mosca, Gubarev è sparito però presto dalla circolazione, arrestato e poi rilasciato dall'Sbu (i servizi segreti ucraini). Al vertice della Repubblica di Lugansk, lontano dai riflettori dei media internazionali, è arrivato il silenzioso Valery Bolotov, ma sono stati i due capi della Repubblica di Donetsk, Denis Pushilin e Alexander Borodai, a gestire le danze politiche e mediatiche nel Sud Est.
A DONETSK COMANDANO PUSHILIN E BORODAI. Il primo, ufficialmente speaker del parlamento della Repubblica di Donetsk, è un cittadino ucraino dalle ambizioni politiche frustrate convertitosi all’indipendentismo in cerca di gloria. Il secondo, con la carica di primo ministro, è invece un russo che per anni ha affiancato in Crimea Sergei Aksionov, diventato a marzo primo ministro nella fase del distaccamento della penisola sul Mar Nero da Kiev.
Borodai, nazionalista russo legato apparentemente anche all´Fsb (i servizi segreti russi), sarebbe anche legatissimo a una delle figure chiave della galassia separatista, vale a dire Igor Girkin (meglio noto con lo pseudonimo Strelkov), 43 anni, comandante a Sloviansk, una delle roccaforti dei ribelli caduta solo a inizio luglio.

Strelkov, il capo dei filorussi con un passato nei servizi segreti militari

  • La mappa del Sud Est ucraino, dove è più forte la presenza dei filorussi.
Borodai e Girkin si conoscerebbero sin dagli Anni 90 quando avrebbero combattuto insieme sia in Transnistria sia in Bosnia.
Il condizionale è d’obbligo visto che le tracce del passato si confondono tra propaganda e realtà, dai vecchi massacri in Cecenia o nella ex Jugoslavia per finire a quelli freschi nel Donbass.
Quello che è certo è che Strelkov, con un trascorso provato nel Gru (il servizio segreto militare di Mosca) è considerato un po’ la pistola fumante che prova di legami tra il Cremlino e la rivolta armata in Ucraina e non per nulla è una delle quasi 100 persone che Stati Uniti e Unione europea hanno incluso nella lista nera delle sanzioni.
L'OSCE: CI SONO SEI GRUPPI PRINCIPALI. Girkin-Strekov è secondo l'Ucraina il simbolo evidente che dietro la guerra ci sono la Russia e Putin in persona.
Il quadro non è però così semplice e se da una parte anche l’Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, ha identificato nel corso del conflitto almeno sei gruppi principali e innumerevoli sottogruppi non sempre legati tra loro che combattono seguendo diverse strategie nel Donbass, anche gli ucraini anti-Kiev continuano a fare la loro parte.
KHODAKOVSKY, UCRAINO ANTI-KIEV. L´esempio più lampante è quello di Alexander Khodakovsky, comandante del battaglione Vostok e inizialmente ministro della Difesa della Repubblica di Donetsk. Ex comandante del gruppo Alfa, le forze speciali all’interno dell’Sbu, Khodakovsky era un fedelissimo di Yanukovich ed è stato la guida per la folta schiera di uomini passati da servizi, forze armate e Berkut (i commando sciolti dal nuovo governo di Kiev dopo Maidan) da una parte all’altra della barricata, appena dopo il cambio di regime di febbraio.
Se è vero dunque, come dice il presidente ucraino Petro Poroshenko, che l’esercito del suo Paese sta fronteggiando mercenari sostenuti dalla Russia, il movimento separatista, al di là di Strelkov e Khodakovsky, appare molto complesso e sul campo combattono anche ucraini contro ucraini. In quella che, a tutti gli effetti, ha i contorni di una guerra civile. 

  • La conferenza stampa di Strelkov e Alexander Borodai, primo ministro della Repubblica di Donetsk.
(Lettera 43)


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