Afghanistan, la guerra isola circa 100 mila persone senza cure per i pericoli che si corrono lungo le strade...



Il breve diario di un'infermiera di Emergency dai luoghi lontani di una guerra nel cono d'ombra del sistema mediatico, ma che c'è e continua a coinvolgere milioni di civili che raccontato storie di feriti bloccati, di lunghe contrattazioni ai posti di blocco e di trasporti di malati avvenuti spesso troppo tardi



ANDAR (Afghanistan) - Andar è un distretto della provincia di Ghazni, a mezza via tra Kabul e Khandahar, una delle zone più colpite dalla guerra. La popolazione stimata è di circa 100.000 persone; scarso o assente accesso alla sanità di base, niente vaccinazioni, poche medicine disponibili, qualche clinica, spesso chiusa per motivi di sicurezza. A causa dell'insicurezza delle strade, è molto difficile uscire dai confini del distretto per raggiungere un ospedale. "Nei mesi passati - riferisce Michela, infermiera a Kabul nell'ospedale di Emergency - abbiamo ricevuto molte richieste da parte della popolazione per garantire assistenza ai feriti: ci hanno raccontato storie di feriti bloccati, di lunghe contrattazioni ai posti di blocco e di trasporti avvenuti spesso troppo tardi".

Aperto il 43° posto di primo soccorso. Spesso i feriti devono affrontare ore di viaggio per raggiungere l'ospedale più vicino. "Un viaggio duro - si lege ancora nel report di Michela - su strade disastrate e insicure, senza nemmeno aver ricevuto le prime cure. Eppure, per i feriti di guerra la tempestività delle prime cure può fare la differenza tra sopravvivere o morire. Ieri, ad Andar, abbiamo aperto un Posto di primo soccorso, il 43° di tutto l'Afghanistan. Lì i feriti saranno stabilizzati e, se necessario, saranno trasportati al nostro ospedale di Kabul con le nostre ambulanze: i feriti di guerra hanno bisogno di una stabilizzazione medica immediata e di un trasporto rapido e sicuro in ospedale. Appena aperto, abbiamo ricevuto il primo ferito: aveva una pallottola nell'addome".
(Repubblica.it)

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