USA: gli 'incidenti' spaziali e il rischio di crisi internazionali...





Di Luca Lampugnani 
Lo spazio è cambiato: luogo di scontro freddo tra Russia e Stati Uniti nel passato - tra prime forme di vita nel cosmo e allunaggi -, con il passare degli anni la 'corsa allo spazio' ha visto entrare in gara sempre più concorrenti. La bi-egemonia tra Washington e Mosca è andata di conseguenza parzialmente perduta, intaccata da una serie di Paesi più o meno grandi - così come più o meno pericolosi - che, acquista la minima tecnologia necessaria, hanno puntato gli occhi (e non solo) verso il cielo. Ciò non toglie, ed è piuttosto superfluo ma comunque necessario da ricordare, che gli USA siano la Nazione con la più elevata 'dipendenza da spazio' - e di fatto la più presente -, dovuta ai numerosi satelliti sparpagliati nel cosmo e riconducibili a missioni interne, ma anche internazionali, di sicurezza. O, quantomeno, di presunta tale.

Eppure questo sovraffollamento spaventa, e non poco, la Casa Bianca, che guarda con preoccupazione alla continua espansione di determinati Paesi nello spazio, pensando a quali possibili mosse di prevenzione potrebbero tornare a vantaggio di Washington. Le opzioni, in questo senso, sono molteplici: da una maggiore trasparenza alla Casa Bianca che possa incoraggiare anche altri Paesi a fare lo stesso, fino allo scenario peggiore di un intervento armato laddove si ritenga sia presente una vera e propria minaccia per gli interessi USA. Ma quali sono queste realtà - relativamente - emergenti  che potrebbero in futuro mettere i bastoni tra le ruote a Washington? E quali sono le minacce che rischiano, se concretizzate, di dare il via ad escalation di tensioni internazionali non indifferenti?
Secondo i ricercatori del Centre For Preventive Action, programma del think tank USA Council on Foreign Relations, attualmente la principale minaccia (ovviamente dal punto di vista della Casa Bianca) è la Cina. Il dragone, infatti, è il Paese che dal 2005 ad oggi registra lo sviluppo più attivo del proprio programma anti-satellitare (ASAT). Benché tuttavia per il momento non si siano registrati particolari interferenze tra questa espansione e l'attività spaziale statunitense, è da sottolineare come test e lanci verticali di missili anti-satellite siano sempre avvenuti senza preavviso da parte di Pechino, con tutti i rischi che ne possono conseguire. Altro sorvegliato speciale è la Corea del Nord. Le continue provocazioni militari, infatti, fanno di Pyongyang un potenziale candidato a compiere future azioni pericolose nello spazio, il cui debutto è avvenuto nel dicembre del 2012 con il primo satellite lanciato nel cosmo attraverso un razzo derivato dal missile Taepodong II. Ovviamente anche in questo caso i timori principali gravitano attorno ad un eventuale programma anti-satellitare: se il Paese del giovane dittatore Kim Jong-un dovesse attaccare con successo satelliti statunitensi o degli alleati di Washington, ne potrebbe derivare una crisi che coinvolgerebbe tutti gli storici attori in campo - la Cina con Pyongyang, gli Stati Uniti con la Corea del Sud - dell'area asiatica.
Terzo ed ultimo spauracchio è invece l'Iran. Anche quest'ultimo, come la Corea del Nord, non ha attualmente una tecnologia sufficiente per essere considerato una vera e propria minaccia, ma alcuni annunci recenti hanno inevitabilmente messo in guardia l'Occidente e soprattutto la Casa Bianca. La possibilità di uno sviluppo e di un'implementazione di programmi ASAT è guardata con preoccupazione, soprattutto in seguito al giugno del 2013, quando Teheran ha annunciato la propria volontà di costruire un centro di monitoraggio spaziale che possa tenere sotto controllo i satelliti che orbitano sopra il territorio iranianoE la Russia, potrebbe sorgere spontaneo chiedersi? Stando al Centre For Preventive Action, Mosca rimane sempre e comunque nella top 5 dei Paesi sotto controllo, soprattutto perché in grado attualmente - rispetto agli altri descritti qui sopra - di mettere in campo serie contro-mosse spaziali. Eppure, sottolinea il think tank, il Cremlino recentemente non ha dato particolari segnali di voler destabilizzare l'attività nel cosmo degli Stati Uniti.
Rivelate le principali preoccupazioni di Washington in ambito spaziale, analizziamo ora i possibili scenari in cui potrebbe consumarsi l'incidente scatenante di una crisi internazionale. Nel primo caso, affermano gli studiosi, i già citati Cina, Corea del Nord e Iran potrebbero compiere azioni di interferenza per dimostrare una certa supremazia territoriale, con il rischio però di ricevere dagli Stati Uniti una risposta che porti ad un'escalation di violenze. Ad esempio, per quanto riguarda il Dragone, quest'ultimo potrebbe dare segnali di avvertimento spaziali alla Casa Bianca rispetto ai vari conflitti aperti nella regione asiatica - il senso sarebbe quello di scoraggiare gli States dall'intervenire militarmente -, dalle tensioni con il Giappone a quelle con Taiwan, tutte comunque mosse dalla volontà di ottenere una maggiore egemonia territoriale. Discorso pressoché uguale va fatto per la Corea del Nord, che potrebbe sfruttare un'eventuale programma anti-satellite come segnale nella disputa tra le due Coree e il conseguente coinvolgimento degli USA. Per quanto riguarda l'Iran, invece, il rischio principale è che decida di sfruttare gli ASAT per 'liberarsi' dallo stretto controllo statunitense. Così come è avvenuto negli ultimi due anni per droni ed altri dispositivi, Teheran potrebbe quindi decidere di distruggere quei satelliti a stelle e strisce che si troverebbero a passare sopra il Paese, eventualità che sarebbe supportata dalla costruzione del centro di monitoraggio spaziale. Altro scenario è quello delle "interferenze intenzionali in tempo di pace", come definito dal Centre For Preventive Action. Questi, secondo i ricercatori, comprende lo studio delle capacità tecniche e dei sistemi spaziali statunitensi, spiare la posizione dei satelliti made in USA e, soprattutto, comprometterne il funzionamento attraverso interferenze elettroniche e di altra natura. In questo scenario, come forse si poteva evincere da quanto già scritto, ad avere il ruolo di potenziale protagonista è l'Iran. Proprio da Teheran, infatti, arrivano i principali sforzi per 'disturbare' i satelliti statunitensi, azioni che sebbene al momento non abbiano mai particolarmente danneggiato Washington, potrebbero essere fonte di tensioni future che potrebbero, tra le varie conseguenze, affossare del tutto i difficili colloqui sul nucleare iraniano in corso tra Teheran e i 5+1.
In ultimo, altro possibile caso è quello delle "interferenze involontarie in tempo di pace". In questo risvolto, gli occhi sono tutti puntati sulle sperimentazioni ASAT, come già specificato spesso non preannunciate o programmate. È proprio qui, secondo i ricercatori, che la Cina gioca un ruolo fondamentale - l'assenza di accordi pre-lancio tra Pechino e Washington è ovviamente un possibile catalizzatore di crisi e tensioni. Con la sperimentazione, infatti, si creano una serie di quelli che vengono definiti detriti spaziali, verso i quali il Dragone ha dimostrato una certa non curanza. Questi detriti, fluttuanti nel cosmo, possono essere avvistati da altri satelliti ed essere scambiati per altro, oppure, nell'eventualità peggiore, possono anche collidere con i satelliti stessi danneggiandone parti e componenti.
Per concludere, anche se è ovvio che gli Stati Uniti abbiano e possano avere una influenza limitata sulle azioni di Cina, Corea del Nord e Iran, ciò non toglie che le soluzioni - o, meglio, prevenzioni - che può mettere in campo sono molteplici. Ovviamente all'interno del Paese il dibattito è aperto tra chi vede nell'eccessiva trasparenza una debolezza e chi, invece, vorrebbe lanciare ai 'nemici' segnali duri e radicali. Ad essere sicuro, per il momento, è che l'espansione tecnologica e quindi spaziale di Pechino, Pyongyang e Teheran è inevitabile, così come in futuro sulla scena potrebbero affacciarsi altre realtà. Ed è proprio qui che si trova il bivio statunitenseintensificare gli sforzi per avere una maggiore influenza e per dettare regole comuni che siano condivise, accettate e rispettate da tutti (in primo luogo dalla Casa Bianca), o mantenersi immobili perdendo gradualmente, con costanza, fette di supremazia nel cosmo? La Space Oddity degli USA, parte da qui.

(International Business Times)

Commenti

AIUTIAMO I BAMBINI DELLA SCUOLA DI AL HIKMA

Post più popolari

facebook