Siria, Assad contro Israele: vuole destabilizzarci L’Iran apre a negoziati con gli Usa sul nucleare...


La crisi siriana e il nucleare iraniano sono i due temi caldi discussi alla conferenza di Monaco sulla sicurezza. Nella città tedesca sono rimbalzate le parole del presidente siriano, Assad, che ha attaccato Israele accusandolo di volere destabilizzare il suo Paese anche con attacchi aerei, mentre il ministro della Difesa di Tel Aviv ammetteva bombardamento di mercoledì scorso contro un impianto chimico siriano. Dall’altro canto, invece, le notizie appaiono incoraggianti, con l’apertura del governo iraniano, rappresentato dal ministro degli Esteri Ali Akbar Salehi, a possibili trattative bilaterali con gli Stati Uniti sul dossier atomico e la fissazione di una data, il prossimo 25 febbraio, per il quarto round della nuova tornata di negoziati sul programma nucleare iraniano sospettato di avere una ''dimensione militare''.
Sulla crisi siriana a Monaco si sono registrate nuove prese di posizione, a partire da quelle dei due tradizionali alleati di Assad: Russia e Iran. Mentre i dirigenti israeliani si dicevano convinti della profonda crisi del regime di Damasco, la novità forse più interessante è rappresentata dagli incontri tra i rappresentanti dei governi di Mosca e Teheran e il leader dell'opposizione siriana in esilio, Ahmad Muaz al Khatib.
È la prima volta, da quando è scoppiata la guerra civile in Siria, che il ministro degli Esteri iraniano, Ali Akbar Salehi, e quello russo, Serghiei Lavrov, si confrontano con il rappresentante dei siriani all’opposizione, fautore di un intervento militare occidentale nel Paese. Tra gli argomenti che hanno favorito gli incontri, prima con il responsabile della diplomazia russa e poi con quello di Teheran, sia il progressivo indebolimento della posizione di Assad, che comporta una maggior prudenza da parte dei due alleati, sia la disponibilità mostrata da Khatib a dialogare direttamente con esponenti del regime, a patto che Assad liberi tutti i prigionieri politici, circa 160mila, e consenta agli esiliati di tornare in patria.
Sull’altro tema, molto delicato per la diplomazia internazionale, cioè il programma nucleare iraniano, due sono le novità. La prima: l'Iran accoglie "con positiva considerazione" le dichiarazioni degli Usa sulla volontà di tenere colloqui diretti sul programma nucleare di Teheran, ma vuole assicurarsi che l'offerta sia "una onesta e concreta intenzione di risolvere la questione". Queste le dichiarazioni in merito rilasciate dal ministro degli Esteri iraniano, Ali Akbar Salehi. Parole seguite a quelle del vice presidente americano, Joe Biden, secondo il quale gli Stati Uniti sono pronti ai colloqui, insistendo però che Teheran debba dimostrare di volerli tenere in modo serio.
La seconda notizia riguarda l'annuncio della convocazione per il prossimo 25 febbraio, ad Astana in Kazakhstan, del quarto round della nuova tornata di negoziati del Gruppo dei 5+1 - i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu più la Germania - sul programma nucleare iraniano sospettato di avere una ''dimensione militare''. Tra le prime reazioni positive all’annuncio dato dall’iraniano Salehi, quello del portavoce di Catherine Ashton, l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue che ha il ruolo di coordinatore il Gruppo dei 5+1. La sede di Astana e la data del 25 era ''la nostra più recente posizione'', ha sottolineato il portavoce da Bruxelles ponendo fine a un balletto di date e luoghi durato settimane.
( GRR News )

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